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Passo indietro di Piraino: Torres a chi? L'intervista al patron della società sassarese

Passo indietro di Piraino: Torres a chi? L'intervista al patron della società sassarese

Il patron della società sassarese passa le deleghe a Baeli: ma il tentativo di dare un futuro alla società sembra già fallito

01 dicembre 2016
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SASSARI. Daniele Piraino esce allo scoperto e chiede ai soci di fare altrettanto. Il presidente della Torres ha capito che il momento è difficile (addirittura vitale per il futuro della società sassarese) e non ci sta a passare come unico responsabile della situazione. «Mi sono reso conto – ha detto ieri in una intervista alla Nuova – che a causa delle passività ereditate da Domenico Capitani è diventato difficile gestire la Torres da solo. Ho chiesto collaborazione a imprenditori locali che però mi hanno manifestato perplessità a entrare in società. Così ho passato tutte le deleghe ad Andrea Baeli (socio di minoranza ndc) e gli ho dato la disponibilità a cedere il mio pacchetto azionario mettendolo nelle condizioni di agire senza vincoli di alcun genere. Baeli mi ha detto di avere amici con cui dividere il compito di portare avanti la società. Spero che sia così per il bene della squadra e della città che rappresenta».

Presidente sta chiedendo a tutti di calare le carte.

«Il tempo per salvare la stagione stringe e bisogna trovare una soluzione. Se Baeli ha un gruppo e la possibilità di rilevare la società che lo faccia subito. Gli ho passato le deleghe ma gli ho anche posto un limite: se non chiude entro venerdi mi riterrò libero di prendere altre decisioni».

Detta così sembra una minaccia.

«Diciamo che ci sono cose che cominciano a insospettirmi. Può darsi che mi sbagli ma è meglio prendere qualche cautela».

Signor Piraino lei è entrato in società con Capitani a marzo. E’ passato un bel po’ di tempo...

«In realtà io con Capitani non ho mai lavorato. Ci siamo visti tre o quattro volte allo stadio e non ho mai messo becco nella gestione della società. Anzi non ho mai nemmeno visto i documenti».

Questo è un altro giallo. Perchè queste cose non le ha dette subito?

«Perchè Capitani si era impegnato a pagare gli stipendi dei giocatori fino al 30 di giugno e a far fronte a un’altra serie di scadenze. Io ho aspettato in silenzio, così come ho aspettato che mi mettessero a disposizione le carte relative alla gestione della società. Anche in questo caso non ho visto niente».

E’ vero che ha presentato una denuncia di smarrimento dei documenti?

«Capitani ha detto di avermeli spediti. Io non ho visto nulla e mi sono cautelato. Ho sbagliato? Non credo».

Però in tutti questi mesi non le è mai venuto il sospetto che nei conti ci fosse qualcosa che non andava?

«Ho affidato il compito di ricostruire il bilancio a professionisti seri e i problemi stanno venendo fuori adesso. Nessuno prima mi ha detto nulla».

Le rifacio una domanda che le avevo fatto un’altra volta. Perchè ha preso la Torres?

«Mi sono mosso quando Capitani ha ceduto le suo quote a un prestanome. A quel punto ho capito che la Torres non interessava più e ho deciso di intervenire. Speravo di coinvolgere altri imprenditori sassaresi e di trovare il sostegno dei tifosi, invece mi sono trovato nel bel mezzo di una bufera».

Perchè nascondere tutto?

«Perchè speravo che Capitani tenesse fede alle sue promesse e che la situazione potesse ricomporsi».

Adesso che cosa può succedere?

«Intanto mi sono tolto un gran peso e mi sono chiarito con i tifosi. Ieri sono andato all’allenamento della squadra e ho avuto un confronto lungo e sincero con una cinquantina di supporter della curva Nord. Ho spiegato anche a loro quello che sto dicendo a lei e credo che abbiano capito che sono una vittima di Capitani e non un suo complice. Ringrazio i tifosi per avermi ascoltato e mi auguro che da domani si possa davvero voltare pagina».

Crede che Baeli e Minunzio riescano a portare a termine l’operazione salvataggio?

«Questo lo sanno solo loro. Posso dire che conosco Emilio Minunzio da un paio d’anni e lo considero un amico e una persona per bene. Conosco meno Baeli e non posso dare giudizi».

Dovesse fallire il loro tentativo che opzione resta?

«Non lo so. Credo che ci siano ancora dei margini per riaprire una trattativa con Salvatore Sechi e credo che questo mio passo indietro possa servire per rasserenare l’ambiente. Ma in fondo si tratta solo di aspettare due o tre giorni».

Antonio Ledà

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