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Il calcio sardo sceglie Gianni Cadoni per uscire dalla crisi

di Roberto Muretto
Il calcio sardo sceglie Gianni Cadoni per uscire dalla crisi

Eletto a Tramatza (149 voti) il nuovo capo della Figc isolana Balloi si ferma a 129 preferenze. Le società chiedono risorse

27 novembre 2016
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INVIATO A TRAMATZA. Frastornato, emozionato, quasi incredulo. Gianni Cadoni ha avuto un momento di smarrimento quando è stato letto l'esito della votazione per la presidenza regionale della Figc. Sarà il commerciante di Cagliari, 54 anni, originario di Macomer, a guidare il pallone sardo nel prossimo quadriennio. Ha ottenuto 149 preferenze dal congresso che si è svolto a Tramatza, al quale hanno partecipato 300 delle 338 società aventi diritto di voto. Venti in più di Silvano Balloi, l'altro candidato al "trono", che si è fermato a 129 consensi. Quattro le schede bianche, mentre 17 società, pur presenti all'assemblea, non hanno espresso il loro voto perché quando sono state chiamate a farlo, i loro rappresentanti non erano nella sala. Quando sono rientrati, ormai le operazioni si erano concluse.

Fair play. Bello l'abbraccio tra Cadoni e Balloi al termine dei lavori. Sentito, sincero, tra due persone che hanno lavorato insieme nel mondo dello sport ma che ad un certo punto, sempre con grande rispetto, hanno preso strade diverse. Fai play sia prima che dopo tra i due contendenti. Un atteggiamento diverso da quello tenuto in assemblea da alcuni elettori che hanno alzato la voce, messo sotto accusa la presidenza uscente (Andrea Del Pin, dimessosi dalla carica era a Tramatza, ma non è intervenuto perché non aveva titolo per farlo), mettendo in difficoltà Edmondo Caria, presidente dell'assemblea elettiva, che ha fatto una grand fatica a tenerli a bada e spesso costretto ad alzare la voce.

L’urna. Eletti anche tutti i sette consiglieri che sostenevano Cadoni: Roberto Desini, Maria Elena Dessì, Giampiero Pinna, Luca Caschili, Andrea Contini, Mauro Barlini e Francesco Mereu. Un bel sospiro di sollievo per il nuovo presidente che ad un certo punto ha avuto paura che potesse trovarsi a governare con un consiglio composto da persone espressione della lista del suo "avversario". Alberto Carta, unico candidato per questo incarico, sarà il delegato per il calcio a cinque.

Polemiche. Il dibattito che si è sviluppato prima del voto è stato acceso. Non sono mancati gli interventi polemici e qualche provocazione. In particolare le società hanno espresso perplessità sul bilancio ma anche sulla gestione del Centro federale di Sa Rodia, che secondo alcuni non viene sfruttato per le potenzialità che esprime e soprattutto non ha portato benefici ai club dell'oristanese, quelli più vicini. Il grido di dolore si è alzato altissimo quando si è parlato di risorse economiche, settore giovanile e campionato di Terza categoria da riorganizzare. Quasi tutti hanno chiesto il ripristino di questo torneo. E' stata pressante la richiesta di una maggiore presenza della dirigenza regionale sul territorio. Le società vogliono essere ascoltate, partecipare alle scelte, dare suggerimenti. Insomma, contare un po' di più e non solo essere dei numeri da sfruttare solo quando c'è da votare.

Emorragia. Gli eletti hanno ascoltato con attenzione, capito che hanno un compito difficile. Devono affrontare una sfida importante, rimettere il pallone al centro del progetto. il primo obiettivo è porre fine all'emorragia di affiliazioni (cinquanta nell'ultimo anno). Tornare in tutti i centri dove il calcio è scomparso, recuperare risorse umane, coinvolgere le istituzioni. Da domani la barca comincia il suo viaggio, per il bene del calcio sardo si auspica che non sia avventuroso.

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