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Il Cagliari si illude ma poi crolla

di Roberto Muretto
Il Cagliari si illude ma poi crolla

Gol lampo di Di Gennaro, Kalinic (tripletta) e Bernardeschi (doppietta) affondano i rossoblù

24 ottobre 2016
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INVIATO A CAGLIARI. Rastelli alla vigilia lo aveva detto: piedi per terra, umiltà. Il tecnico del Cagliari aveva paura che la squadra potesse cadere nella trappola dei troppi elogi e perdere di vista la realtà. E' successo che ieri i rossoblù dopo aver sbloccato la gara dopo 60" sono crollati sotto i colpi di una Fiorentina che ha punito in modo chirurgico gli errori della difesa sarda. La tripletta di Kalinic e i due gol di Bernardeschi hanno fatto precipitare all'inferno i rossoblù. Andati letteralmente nel pallone dopo il pari dei viola. Un gol regolare perché sul cross di Borja Valero è Salamon a tenerlo in gioco. Quello che lascia di stucco è come la squadra si è sciolta come un gelato al sole dopo aver incassato l'1-1, perdendo equilibrio, lasciando agli avversari spazi che non possono essere dati a calciatori di quella qualità. Più o meno quello che era successo con la Juventus. Il fatto che sia sia ripetuto è un segnale che non va sottovalutato. Un bagno di umiltà e una sconfitta sulla quale bisognerà riflettere. In serie A le amnesie non vengono perdonate, soprattutto quando hai di fronte una squadra che tecnicamente ti è nettamente superiore.

Borriello sì, Ceppitelli no. L'attaccante gioca dall'inizio. Ha smaltito a tempo di record l'attacco influenzale e si riprende il suo posto in attacco al fianco di Marco Sau. Non ce la fa Ceppitelli, che non è nemmeno in panchina, al suo posto gioca Salamon. Torna anche Isla a centrocampo. Il resto della formazione è la stessa che ha messo sotto l'Inter. La Fiorentina risponde con un 3-4-2-1. Kalinic è la punta di riferimento, Ilicic e Borja Valero alle sue spalle. Bernardeschi gioca a centrocampo sulla corsia di sinistra, con Tello dalla parte opposta. In campo gli ex Astori e Vecino.

Gol lampo. La lancetta dell'orologio ha appena completato il primo giro che il Cagliari è già avanti. L'azione è da manuale: quattro passaggi, cross di Murru al centro, Di Gennaro arriva in corsa, di testa anticipa tutti e fa secco Tatarusanu. Meglio non poteva mettersi la gara per i rossoblù che possono aspettare l'avversario e ripartire. Rastelli sa che la Viola è squadra abile nel palleggio e chiede ai suoi di stare alti. Lasciare troppo campo agli avversari sarebbe un errore grave. Sousa dopo pochi minuti inverte gli esterni ed è una mossa che ha effetti devastanti per i sardi.

Black out. In 12’ la Fiorentina mette la freccia. Prima trova il pari con Kalinic, tenuto in gioco da Salamon. L'arbitro ha un'esitazione prima di convalidare il gol ma poi dà retta al suo collaboratore che è bravissimo a a cogliere l'attimo e decidere in modo corretto. I rossoblù protestano a lungo ma il signor Russo non torna indietro. La botta è di quelle che fa malissimo e per diversi minuti si spegne la luce. La squadra di Paulo Sousa ne approfitta ed effettua il sorpasso. Pisacane lascia troppo spazio a Kalinic che mette una palla velenosa in area. Bruno Alves è bruciato sullo scatto da Bernardeschi che la mette dentro. Il giocatore è scatenato e poco dopo si ripete con un tiraccio dal limite che si infila sotto l'incrocio. Il Cagliari è tramortito. Prima del riposo subisce anche la quarta rete, la segna Kalinic con un tiro a giro dal limite.

Cinquina. Il Cagliari torna in campo per onor di firma. E' scoraggiato, privo di idee, incapace di reagire. Così viene ancora punito da Kalinic di testa che sovrasta Bruno Alves, ieri irriconoscibile. La Fiorentina sembra giocare al gatto contro il topo e ogni volta che supera la metà campo per Storari sono guai. Kalinic fa quello che vuole, sembra un marziano in mezzo a tante belle statuine. Rastelli fa uscire Salamon e mette dentro Capuano.

Reazione tardiva. Proprio Capuano pochi minuti dopo segna di testa. In campo anche Barella per Tachtsidis e subito dopo Melchiorri per Sau. Carte della disperazione ma la gara è già in archivio, anche se Borriello rende meno pesante la sconfitta segnando di testa ancora su azione da calcio d'angolo. Il Cagliari, se mai si era illuso, torna sulla terra. Ieri ha capito quanto è dura la serie A. Aggressività, cattiveria agonistica, sacrificio (messi in campo solo nell'ultimo quarto d'ora), sono cose che chi deve lottare per salvarsi non deve mai lasciare nello spogliatoio. Sarebbe assurdo fare drammi, perché non si può essere una domenica fenomeni e quella dopo bidoni. L'importante è che la lezione venga messa a frutto. Fra tre giorni si torna in campo. All'Olimpico, con la Lazio, servirà ben altro.

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