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Piraino studia l’uscita: «Mollo, ma solo a giugno»

Piraino studia l’uscita: «Mollo, ma solo a giugno»

Il patron della Torres racconta la sua verità sulle trattative con Sechi e Pomponi Appello ai tifosi: «Non vi chiedo di sostenere il presidente ma aiutate la squadra»

14 ottobre 2016
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SASSARI. Alla vigilia della sfida col Rieti e all’indomani dalle voci sul possibile ingresso di nuovi soci nell’azionato della Torres Daniele Piraino ha deciso di rompere un lungo silenzio per raccontare la sua verità. Il presidente conferma l’esistenza di una trattativa con Salvatore Sechi, un imprenditore sassarese da sempre vicino alla Torres, e chiarisce alcuni aspetti sui suoi difficili rapporti con l’ex patron Capitani e con la tifoseria sassarese.

«Salvatore Sechi – spiega – è stato l’unico imprenditore sassarese a farsi avanti con una proposta precisa. Ci siamo visti qualche giorno fa e io giudico l’incontro positivo. Abbiamo raggiunto un accordo di massima per un passaggio di mani del pacchetto di maggioranza della società con una tempistica che è però legata al fatto che lui vuole la squadra in serie D. Questo è anche un nostro obiettivo e infatti ci stiamo attrezzando per mettere a posto il bilancio e poi avviare i passaggi necessari per chiudere l’operazione. Credo che sia realistico portare a termine e il campionato e poi passare la mano. C’è già un’intesa anche sulle condizioni economiche».

Capitolo Capitani. Il presidente è durissimo con chi l’ha preceduto sulla plancia di comando del club rossoblù. «In questi mesi ho sentito dire che Capitani si muove ancora dietro le quinte della Torres. Smentisco nella maniera più categorica. Con Capitani non ho niente da condividere e credo che ci troveremo in tribunale. Lui non ci ha ancora consegnato tutta la documentazione contabile e i nostri commercialisti stanno facendo il possibile per ricostruirla. E’ un comportamento inaccettabile ed è uno dei motivi per cui è difficile cedere adesso la società. Prima bisogna predisporre un bilancio e approvarlo. Ma il mio obbiettivo - e non l’ho mai nascosto - è quello di riportare la Torres in mani sassaresi».

E qui c’è il terzo punto che sta a cuore al presidente: il rapporto con la città. «La Torres – ha detto – non è di Piraino ma è di Sassari. Io credo che sia interesse di tutti arrivare bene alla fine del campionato per poi avviare il passaggio di mano. Questo dovrebbero capirlo anche i tifosi ai quali non chiedo di dare una mano al presidente ma alla Torres. Oggi stiamo giocando in trasferta anche quando giochiamo al Vanni Sanna. E non lo dico per i soldi dei biglietti ma per il sostegno del quale hanno bisogno i ragazzi».

Ultimo capitolo le voci di un possibile nuovo arrivo nell’azionariato da Roma. Anche in questo caso il presidente conferma di aver un contatto, ma nulla di più. «L’altro ieri – spiega – ho ricevuto una chiamata di uno che si è presentato come portavoce di Giorgio Pomponi, presidente del San Cesareo. L’ho liquidato dicendogli di parlare con il mio portavoce e non l’ho più sentito. Non so se Pomponi è davvero interessato a entrare in società ma so che non è legato in alcun modo a Minunzio e a Baeli. Ho qualche sospetto visto la provenienza ma lo tengo per me. Potrebbe entrare invece Baeli, che già collabora con noi e che potrebbe darci una mano per alcune operazioni di marketing. Ci stiamo ragionando ma non c’è urgenza».

L’urgenza è la partita di domenica con la corazzata Rieti. «Ho chiesto ai ragazzi di riscattare la brutta figura di Trestina – ha chiuso Piraino – e sono sicuro che faranno il massimo per accontentarmi. So che non sarà una gara facile ma abbiamo il dovere di provare a prenderci la prima vittoria della stagione».

A.L.

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