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«Finalmente la serie A, andiamo Dinamo»

di Andrea Sini
«Finalmente la serie A, andiamo Dinamo»

Basket, il serbo Dusko Savanovic è pronto: «Anni fa mi voleva Milano, ora sono felice di essere in questo grande gruppo»

28 settembre 2016
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SASSARI. Un serbo giramondo come centro di gravità permanente tra campo, spogliatoio e ambiente esterno. Spranga e fioretto alternate con maestria; silenzi, sguardi da duro e sorrisi mediterranei come carte da giocare sapientemente a seconda delle circostanze. Per capire bene la nuova Dinamo bisogna studiare a fondo Dusko Savanovic, uno slavo che conosce cinque lingue, che quando si fa serio parla in inglese ma se lo prendi bene, e lo trovi rilassato, tira fuori un italiano mica male. «Io sono così, sono soprattutto una persona spontanea», sorride il numero 20 della formazione sassarese.

Finalmente in Italia. Dopo oltre un mese di lavoro e 9 amichevoli, la Dinamo conta ormai i giorni che la separano dall’esordio in campionato, in programma lunedì contro Varese. «Non vedo l’ora di giocare – dice Savanovic, che ha appena compiuto 33 anni –. Nella mia carriera ho giocato in tanti campionati, dalla Serbia alla Russia, dalla Spagna alla Turchia sino alla Germani, e il campionato italiano è sempre stato un mio pallino. Quando era ragazzo era l’Nba d’Europa, oggi non lo è più ma resta sempre un torneo di alto livello. Qualche anno fa mi contattò Milano, era appena arrivato Armani, ma io ero già sotto contratto e non se ne fece nulla. Per questo quando mi ha cercato la Dinamo sono arrivato di corsa».

«Che bel gruppo». Le lunghe settimane di ritiro hanno permesso ai giocatori di conoscersi e di iniziare quel lungo e complicato lavoro “interazione” che, al momento della giusta maturazione, fa di un gruppo una squadra vera. «Noi da questo punto di vista siamo già molto avanti – assicura l’ala serba, 2,04 per 100 chilogrammi –. Ci stiamo aiutando sin dall’inizio, ho visto che tutti hanno la testa giusta. I bravi giocatori possono cambiare una squadra, ma senza brave persone non farai mai un grande gruppo. Penso sempre a Jordan: sino a che non ha imparato a riconoscere l’importanza di compagni come Pippen o Kukoc, non è stato così grande. Per la mia esperienza, posso dire che l’ambiente nello spogliatoio è davvero ideale e possiamo diventare un grande gruppo».

Una squadra europea. «Abbiamo tanti giocatori differenti e tante soluzioni. Il coach e lo staff stanno lavorando molto bene e credo che diremo la nostra sia in campionato che in coppa. Il livello della Champions – sottolinea Dusko Savanovic – credo che non sarà molto diverso da quello dell’Eurocup. Cambia il nome ma molte squadre sono le stesse, e così i giocatori. Sarà una manifestazione competitiva, ci sarà tanta qualità. Giocare a Belgrado? Sì, mi farà piacere giocare nel mio Paese, ma per me la sfida col Partizan sarà come tutte le altre, ho iniziato a giocare molto presto, in altre squadre e subito con i grandi, e non ho mai fatto in tempo a diventare tifoso di nessuno. Mi sono sempre e solo concentrato sul campo».

Olaseni&c. «Gabe è con noi da poco, con lui sto facendo anche tanto lavoro individuale e di coppia e devo dire che in un certo senso mi ha colpito. A Torino ha fatto vedere davvero quanto può essere importante per la nostra squadra. La sua verticalità e la sua bravura a rimbalzo danno enorme fiducia anche a chi tira: se io devo tirare e vedo che lui è là sotto, penso “ok, sono più tranquillo”. Insieme a Lydeka, che ha caratteristiche completamente diverse, possiamo fare grandissime cose».

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