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Rio, Achenza ma non solo la Sardegna torna col sorriso

Rio, Achenza ma non solo la Sardegna torna col sorriso

SASSARI. È stata una trasferta più che positiva quella della pattuglia sarda alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. Il più soddisfatto di tutti è ovviamente il triatleta oschirese Giovanni Achenza, che...

24 settembre 2016
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SASSARI. È stata una trasferta più che positiva quella della pattuglia sarda alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. Il più soddisfatto di tutti è ovviamente il triatleta oschirese Giovanni Achenza, che al suo esordio ai Giochi ha vinto una splendida medaglia di bronzo nella categoria PT1. «In realtà ci ho messo un paio di giorni per realizzare la cosa – confessa Achenza –, solo dopo aver parlato con il commissario tecnico, lo staff e la mia famiglia, che era presente a Rio, ho realizzato che avevo davvero fatto qualcosa di super».

Le Olimpiadi sono davvero una competizione a parte?

«Sì. Io avevo già fatto i mondiali, ma lì è presente solo la tua disciplina. Qui ci sono tutte, ed è una cosa unica. A Rio poi ho ritrovato i miei vecchi compagni di nazionale dell’handbike, è stato un tassello importante del mio riscatto dopo la delusione della mancata convocazione a Londra 2012».

Achenza, ha già ripreso ad allenarsi…

«Mi sono fermato solo una settimana per rifiatare un po’, ma il 1° ottobre a Riccione ci sono i campionati italiani e devo tenere alta la forma per non fare brutte figure, ora che tutti vorranno gareggiare con me e battermi».

«Quella di Achenza è stata la classica ciliegina sulla torta – conferma il presidente regionale del Cip, Paolo Poddighe, anche lui appena rientrato dal Brasile –, ma possiamo tranquillamente affermare che tutta la spedizione isolana ha dato il suo contributo al buon risultato italiano, in una manifestazione che è stata partecipatissima, con gli impianti sempre pieni di pubblico. Tanto che per Tokyo 2020 si sta riflettendo sulla possibilità di programmare lo svolgimento delle Paralimpiadi prima delle Olimpiadi. La nuotatrice Francesca Secci pur non disputando finali ha stabilito un nuovo record italiano, gli atleti della canoa allenati da Stefano Porcu hanno centrato diverse finali. Nella vela Gian Bachisio Pira e l’equipaggio della classe Sonar ha trovato difficoltà per la tipologia delle barche, che privilegia alcuni paesi piuttosto che altri».

Qualche recriminazione?

«Peccato solo per il tennis con Alberto Corradi e Marianna Lauro usciti al primo turno – dice Poddighe – . In particolare Corradi ha pagato lo scontro con il numero 4 del mondo, di 30 anni più giovane».

Come si può migliorare?

«Anzitutto allargando la base, lavorando soprattutto con le scuole. Abbiamo già iniziato, ci sono dei ragazzi interessanti, a Tokyo possiamo portare almeno dodici atleti».

Fabio Fresu

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