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Piraino chiede una buonuscita record

Piraino chiede una buonuscita record

Il presidente della Torres pretende 450mila euro per passare la mano. Poi propone una compartecipazione fino a giugno

14 settembre 2016
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SASSARI. Se è vero che la Banca d’Italia definisce “tasso di usura” un interesse del 15 per cento sui prestiti personali, come si può definire la richiesta avanzata da Daniele Piraino per cedere la Torres? Il piazzista palermitano, dopo aver ripetuto che la società non è in vendita, ha chiesto 450 mila euro di “buonuscita” per due e mesi e mezzo di lavoro come numero uno del club sassarese. Una cifra da hit parade non nel mondo dei dilettanti ma perfino nel salotto buono di Piazza Affari. Marchionne, in confronto, è un dilettante.

La richiesta è stata quantificata ieri notte durante l’ennesimo confronto tra il presidente rossoblù e Umberto Graziano, portavoce di un gruppo sassarese disponibile a rilevare la società. «Piraino – ha spiegato Graziano – è stato perentorio. Mi ha chiesto 450 mila euro o, in alternativa, 100 mila euro per una quota di minoranza e un posto nel Cda rossoblù. Gli ho fatto presente che lui aveva rilevato la Torres per tre euro, facendosi carico dei debiti lasciati dalla gestione Capitani, e gli ho proposto l’acquisto alle stesse condizioni. Le posizioni sono lontanissime anche se la porta non è chiusa».

Graziano ha cercato di convincere il patron rossoblù facendogli presenti le difficoltà ad andare avanti con la città in rivolta ma è stato spiazzato da alcune considerazioni che la dicono lunga sulle intenzioni di chi è riuscito a mettere le mani sul giocattolo e ora fa i capricci per lasciarlo. Piraino avrebbe minimizzato lo “sciopero” del tifo dicendosi convinto che i supporter torneranno al Vanni Sanna «dopo i primi risultati positivi». E avrebbe confermato che il suo interesse principale è quello di valorizzare qualche ragazzo per poi cederlo nel prossimo mercato estivo. Business allo stato puro con il nome Torres che «garantisce un valore aggiunto difficile da trovare nella categoria».

La storia ultrecentenaria del club sassarese conta solo se può essere utile per macinare denaro. E la conferma si è avuta ieri, in tarda mattinata, quando Piraino ha ricontattato Umberto Graziano per formulare una nuova proposta. «Speravo fosse tornato indietro sui 450 mila euro, ma non è stato così. Alle due opzioni che abbiamo discusso l’altra notte ne ha aggiunto una terza che mi sono riservato di valutare dopo aver sentito gli amici». Piraino si è detto disponibile a passare la mano ma solo al termine del campionato in corso. In cambio pretende 100mila euro subito e altri 200 mila alla fine della stagione. Una proposta che darebbe al patron la disponibilità economica per andare avanti qualche mese senza precludergli eventuali operazioni di mercato, con relative plusvalenze.

Una bella via d’uscita (per lui) anche se difficilmente realizzabile. Graziano ha preso tempo ma chi può essere così ingenuo da sborsare 100mila euro a fronte di una promessa di cessione così dilazionata nel tempo? E per avere in cambio che cosa?

C’è poi il capitolo debiti. La società rossoblù ha in pancia un passivo che supera i 700mila euro. Piraino ha ricontrattato il debito con i giocatori che hanno disputato il campionato di Lega Pro 2015 e ha rateizzato quello con l’agenzia della entrate. Ma entrambi andranno saldati. Così come gli stipendi degli ultimi quattro mesi della scorsa stagione e i crediti avanzati da tanti piccoli fornitori. Come riuscirà a ridurre l’indebitamento? E come farà a portare avanti la stagione senza l’aiuto dei tifosi, degli sponsor e, più in generale della città?

Domande alle quali Piraino, finora, non ha dato risposte, chiuso a riccio in un castello che gli si sta sgretolando sotto i piedi. Quanto potrà resistere ancora?

Antonio Ledà

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