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Umiltà e spirito di gruppo, il Cagliari ha già un’anima

di Roberto Muretto
Umiltà e spirito di gruppo, il Cagliari ha già un’anima

Una botta di autostima il pari con i giallorossi con un Di Gennaro da urlo

30 agosto 2016
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INVIATO A CAGLIARI. Lo spirito di gruppo è stata una delle armi più importanti del Cagliari che ha dominato il campionato di serie B. Cuore, sacrificio, capacità di aiutarsi a vicenda e il gettonatissimo: non mollare mai. Tutti ingredienti che hanno consentito ai rossoblù di riacciuffare la Roma, portando a casa un punto che vale oro. Dalla sfida con i giallorossi sono arrivati segnali confortanti e alcune risposte che il tecnico Rastelli aspettava dopo il ko col Genoa.

Super Di Gennaro. «Non devo dimostrare niente a nessuno». Il “cervello” del Cagliari si è tolto qualche sassolino dalle scarpe a fine partita. Sapeva di essere sotto esame, i dubbi non erano tanto sulle sue qualità tecniche ma su quelle caratteriali. La risposta è arrivata dal campo: ha messo in difficoltà un certo Nainggolan, ha vinto quasi tutti i contrasti, ha impostato ed ha svolto un gran lavoro in fase di non possesso. « A Genova c’è stato un calo fisico e abbiamo avuto poco coraggio - le sue parole - con la Roma ci sono stati dei progressi sul piano del gioco». Con un Di Gennaro così, il Cagliari aggiunge alla forza mentale e fisica, due ingredienti che nel calcio spesso fanno la differenza: fantasia e geometrie.

Modestia. Massimo Rastelli è un allenatore che sa volare basso. Ascolta i suoi calciatori e cambia sistema di gioco se si accorge che non funziona. Tornare alla difesa a quattro e al trequartista non è stato come ammettere di aver sbagliato le scelte a “Marassi”. Il tecnico ha tirato le somme e capito che per giocare col 3-5-2 la squadra deve ancora lavorare molto per metabolizzare i movimenti. Ha cambiato perché gli allenamenti gli hanno fornito indicazioni precise. Per esempio che alcuni calciatori non sono al top della condizione e fanno fatica a giocare in un modo diverso dal solito.

Intelligenza. Ma c’è un altro particolare che evidenzia il modo di essere di Rastelli: Ionita ha chiesto di poter giocare a destra, mentre Padoin ha confermato che per lui è indifferente. Non se l’è fatto ripetere due volte e contro i giallorossi ha invertito la posizione dei due, con risultati importanti. «A Genova abbiamo subito il ritmo degli avversari . ha sottolineato l’allenatore del Cagliari -, stavolta contro una squadra con caratteristiche diverse siamo riusciti a giocare il tipo di gara che avevamo impostato e metterli sotto pressione. Dobbiamo ancora migliorare, soprattutto per quel che riguarda certi equilibri e concedere meno ripartenze. La strada è quella giusta».

Pressing. Se il Cagliari riesce a tenere strette le linee tra i reparti, per gli avversari diventa tutto più difficile. Se invece aspetta e consente di giocare la palla, rischia. È quanto successo domenica sera nei primi 15’, quando la Roma ha avuto delle autostrade per ripartire. Questo perché spesso i centrocampisti si sono fatti trovare fuori posizione e la difesa ha dovuto fare gli straordinari. Difetti da correggere perché alla lunga errori così si pagano care e non sempre è possibile rimettere in piedi la baracca. La sosta arriva a puntino. Oltre a tirare il fiato ci sarà tempo per lavorare sulla condizione fisica e sugli aspetti tattici. Su questi ultimi Massimo Rastelli è maniacale.

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