La Nuova Sardegna

Sport

Il fantino deejay: Fabio Branca, fenomeno in sella e alla consolle

di Giovanni Dessole
Il fantino deejay: Fabio Branca, fenomeno in sella e alla consolle

Il jockey di Cala Gonone è ormai nel gotha della disciplina internazionale: «In futuro potrei anche trasferirmi all’estero»

30 agosto 2016
3 MINUTI DI LETTURA





INVIATO A CHILIVANI. Il prossimo novembre Fabio Branca diventerà padre di due gemelline e sarà quello probabilmente il traguardo più importante raggiunto nella sua vita. Ma di traguardi, in carriera, il 30enne di Cala Gonone ne ha tagliato tanti, fantino considerato fra i grandi fenomeni dell’ippica internazionale, un vero artista della sella che domenica, ancora una volta, è tornato nella sua Sardegna per montare a cavallo in occasione della “Giornata delle Stelle” di Chilivani. Non ha vinto, ma a fine serata assieme a colleghi e appassionato ha guidato magistralmente una dance hall che ha coinvolto il popolo dell’ippica, e dei “Cofanos”.

«Sono sbarcato al volo ad Alghero, la sera prima a Varese ho corso sei volte, ero fermo da qualche tempo, sono un po' stanchino ma fa parte del gioco – spiega Branca–. Manifestazioni come questa, con tutto il contorno dato dall’ambiente delle corse e l’iniziativa “Cofanos Abertos”, meritano attenzione e partecipazione, da parte degli appassionati e degli addetti ai lavoro – prosegue –. In tanti abbiamo mosso a Chilivani i primi passi, in Sardegna esiste una grande cultura del cavallo. A me fa piacere esserci stato, ma in generale dico che se noi fantini che lavoriamo oltre Tirreno o oltre confine riusciamo ad essere presenti, diamo un bel segnale, e una bella spinta all’intero movimento».

Vita dura e frenetica quella del fantino: continui spostamenti, sacrifici, corse in pista contro gli avversari e a volte contro il tempo per arrivare al peso ideale prima della gara nonostante il fisico segnato e minuto. Fabio Branca però trasuda passione, a cominciare da quando «sono montato per la prima volta a cavallo. Come tanti l’ho fatto al mio paese, a Cala Gonone. Come tutti ho iniziato per curiosità, per gioco. Poi ci ho preso gusto, a 14 anni ho fatto la scuola per fantini a Pisa e da lì è cominciato tutto».

L’obiettivo è correre, più veloce di tutti. Far correre il cavallo più veloce di tutti: non conta l’ippodromo, conta correre e vincere. «Come ogni atleta, come ogni sportivo, anche io punto a conquistare le platee più importanti. Mi hanno cercato in tanti dall’estero, ma non me la sono sentita di trasferirmi definitivamente fuori dall’Italia, dove però ho vinto tutto – dice Branca, che in bacheca fra i tanti trofei ha anche il Gran Premio di Milano e il Derby italiano –. Chissà che con la nascita delle bambini, non riesca a fare un ulteriore step oltre confine.

Si sente che il vivere la Sardegna gli piace, e che ama la sua professione in un momento in cui anche l’ippica ha bisogno di rilanciarsi: «Credo non sia un problema sardo o locale, credo sia un problema italiano più in generale. È il Paese che deve riprendersi in tutti i settori, e così sarà anche per l’ippica. Creare eventi come la “Giornata delle Stelle”, capaci di attrarre i grandi professionisti, potrebbe essere utile. Niente di risolutivo, ma piccoli preziosi segnali di vita e di passione». Nel frattempo, fra Milano e la Versilia, si diverte a fare il dj. Così anche domenica, a fine riunione, Branca è “montato” in consolle e ha fatto viaggiare note e musica: «Solo e soltanto un hobby – sorride –. Se preso a piccole dosi non fa male, anche se fa combaciare tutto è sempre più difficile».

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative