La Nuova Sardegna

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L’Olbia comincia con una sconfitta

di Guido Piga

Capello rimedia al gol di Di Gennaro ma nel finale i brianzoli la spuntano su rigore. Bene Cossu, ma non basta

28 agosto 2016
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INVIATO A MEDA. Sembra che l'Olbia questo debutto in serie C, 38 anni dopo l'ultima sua apparizione nella terza serie, lo accetti malvolentieri. Nel catino di Meda, 30 gradi, umidità pazzesca come solo in Brianza ad agosto, il campo avvolge i bianchi, imprigionati in un'erba che taglia le gambe ai suoi giocatori, tutti un po' spenti, anche nei minuti finali quando avrebbero potuto pareggiare la gara sul 2-2, come fatto nel primo tempo, chiuso 1-1 in rimonta. Invece no, il Renate si porta a casa tre punti, e pare giusto così.

"Calcio d'agosto, non è questa la vera Olbia" ammettono i brianzoli a bocce ferme. Non può essere questa, si potrebbe dire da Olbia. C'è un dato che impressiona: l'Olbia perde ben 19 palloni, ne conquista solo 6. Sbagliano, i galluresi, soprattutto a centrocampo, settore in cui quel furbacchione di Luciano Foschi, ex allenatore e giocatore dei bianchi e oggi nuovo condottiero del Renate, mette cinque giocatori. L'Olbia soffre lì, specie nel primo tempo. Le due mezzali bianche, Muroni a destra e Feola a sinistra, non si raccordano bene con i rispettivi terzini, Russu e Cotali, e sulle fasce i brianzoli creano più di un grattacapo alla difesa bianca. Nei primi minuti, così, Dametto e Miceli, al centro della difesa, devono darsi da fare parecchio per sventare le minacce che poi piovono in area. E per fortuna, dei bianchi, che l'attaccante del Renate, Marzeglia, il più esperto del gruppo di Foschi, non è sempre lucidissimo. E quando loro non ci arrivano, ecco Montaperto, che al 22' salva miracolosamente proprio su Marzeglia.

Nel mezzo di questi attacchi del Renate, l'Olbia avrebbe potuto cambiare le sorti delle partita a suo favore. Una chiave aiuta a capire: l'Olbia è soprattutto Andrea Cossu. E' lui che spreca un'occasione (punizione alta, dal limite, all'8' pt); è lui che inventa un super assist per Kokou, il quale, quasi solo davanti al portiere, manda alto (21'); è lui che serve la palla smarcante a Kokou, che poi la dà a Capello per il gol dell'1-1, al 42'. Un gol che sembra riportare l'Olbia non solo in parità numerica con il Renate, ma anche psicologica, dopo il gol dell'1-0 per i brianzoli segnato da un difensore, Di Gennaro, in mezzo a una difesa dell'Olbia addormentata.

E il secondo tempo sembra promettere bene. Olbia più viva, meglio messa a centrocampo, dove Geroni tocca un'infinità di palloni, dividendosi nel ruolo di regista con Cossu. Il quale, con la fascia da capitano e il classico numero 7 sulle spalle della maglia bianca, semmai arretra troppo per prendere i palloni giocabili. Lo fa nel primo tempo, lo ripete nel secondo, anche quando l'Olbia ha un baricentro più alto. E se riuscisse a giocare più avanti, stabilmente sulla trequarti, dove può svariare da destra a sinistra? Sarà così, presto. Infatti al 14' st, con un'altra invenzione, l'ex rifinitore del Cagliari serve un pallone splendido, via velo di Capello, a Kokou, ma la punta, invece di provare il tiro di prima, calcia troppo tardi. Così sull'ennesima palla persa, l'Olbia commette un errore difensivo che costa caro: Dametto atterra Napoli in area. Napoli va sul dischetto, e regala ai suoi il gol della vittoria. Nulla può, l'Olbia, nonostante gli innesti di Murgia e Senesi, per acciuffare il secondo pari della giornata.

Un debutto amaro. Il presidente Alessandro Marino, presente a Meda, si aspettava di più. Mister Michele Mignani, in panchina, anche. I giocatori, pure. E allora sì, dai, è calcio d'estate, per dirla con i commentatori di Renate, che temevano l'Olbia prima di cominciare la partita e che, anche dopo, seppure vittoriosi, continuano a ripetere: quest'Olbia andrà avanti, darà fastidio a molte squadre. E quello che sperano tutti, in particolare i tifosi. Alcuni anche sugli spalti, immigrati sardi da anni in Lombardia, arrivati a Meda per tifare una squadra isolana che ora, dopo il Cagliari, rappresenta un po' tutti nel calcio che conta.

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