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Sardegna ingolosita, pensando al 2020 vuole crescere ancora

di Mario Carta
Sardegna ingolosita, pensando al 2020 vuole crescere ancora

Due isolani in gara a Londra 2012, sei a Rio de Janeiro 2016 Fra quattro anni in Giappone il numero può aumentare

23 agosto 2016
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SASSARI. Rio addio, appuntamento a Tokyo 2020. Anche per lo sport sardo, che dopo qualche passaggio a ranghi ridottissimi ai Giochi 2016 ha riscoperto numeri crescenti, con sei partecipanti e una gran voglia di fare ancora meglio fra 4 anni.

I primi a volerci riprovare sono in primis i campioni di Rio de Janeiro, ma non tutti potranno. E non per colpa loro. A meritare una conferma è per primo Fabio Aru, ma in una squadra di cinque elementi molto dipenderà dalle caratteristiche del tracciato, anche se lo scalatore di Villacidro ha 4 anni di tempo per prendere confidenza con le gare di un giorno che finora non l’hannobaciato, e per crescere ulteriormente. Può farlo, e il suo amore per l’azzurro è una garanzia in più.

Una confema quasi certa è per il canottiere oristanese Stefano Oppo, quarto in Brasile con il quattro senza pesi leggeri. Ai prossimi Giochi sarà più maturo, e a Piediluco contano su di lui. Poi, bisognerà qualificarsi, ma è un problema che riguarda tutti. Riguarda anche Luigi Lodde, che dopo Londra centrerebbe uno storico tris. A Rio non è andato bene, ma in una disciplina longeva come lo skeet ha i numeri per mantenersi su altissimi livelli. Il problema più grande è semmai la concorrenza interna, ed è su questo terreno che l’ozierese dovrà conquistare la sua medaglia. Difficile conferma invece per la sincronetta Francesca Deidda. La squadra tricolore cresce (a Rio quinta), ma i 34 anni nel 2020 potrebbero essere un limite invalicabile. E’ un problema di «peso» invece, oltre che di strategia federale, quello che riguarda il minimosca quartese Manuel Cappai, che per fare il tris olimpico come Lodde dovrebbe, o potrebbe cambiare categoria. E’ ancora giovane, si può. Come è ancora giovanissima la palleggiatrice dell’Italia di volley Alessia Orro. La nuova nazionale non potrà fare a meno della narboliese, sta a lei reggere il ritmo per quattro lunghi anni.

Anni di allenamenti e di avvicinamenti. Nel 2020 il capitano dell’Italia di basket, l’olbiese Gigi Datome spegnerà 33 candeline e non si vede perché non potrebbe giocare. Qualificazione permettendo, naturalmente. Un altro che per i prossimi giochi sarà nel pieno della maturità è il pentatleta sassarese Fabio Poddighe, pluricampione italiano. Il poliatleta della Full Time dovrà però superare i suoi limiti in campo internazionale, e fare un deciso salto di qualità. Come Daniele Masala, che il bronzo olimpico lo vinse a 33 anni. Quanti ne avrà Poddighe a Tokyo.

Fra gli olimpiabili nell’atletica, da dove la Sardegna manca ormai da un po’ troppo, il vicecampione europeo dei 100 Filippo Tortu, sardo-lombardo under 18 vicecampione mondiale junior. E promessa azzurra è anche la quartese della Tespiense Dalia Kaddari, una cadettina già da 12 netti. Va lasciata crescere con serenità e senza pressione, ma c’è chi ci scommette sin d’ora. Come nel tiro a volo, ma nella fossa e non nello skeet, c’è chi è disposto a puntare sul vicecampione europeo junior, il sassarese Matteo Marongiu.

Vela e windsurf possono regalare altri posti sardi con la surfista cagliaritana Marta Maggetti, ventenne attuale numero 2 azzurra dopo la Tartaglini, e il laserista olbiese Cesare Barabino, quindicenne già nel giro azzurro. E’ giovanissimo anche il talento del tennistavolo azzurro Carlo Rossi (Marcozzi, plurititolato a livello europeo giovanile), mentre fra quattro anni saranno al top gli ora ventunenni gemelli sassaresi Federico (49 kg) e Gianmario (52 kg) Serra, freschi campioni italiani élite. Infine, nel volley sta crescendo a furia di trafila in azzurro il martello oristanese Matheus Motzo, ma dovrà essere veramente un super per superare i limiti dei suoi 180 centimetri, tanti ma pochi per un’olimpiade. E il calcio potrebbe proporre un’altra speranza maturata nel cagliari, il centrocampista Nicolò Barella, diciannovenne che rientrebbe giusto giusto nei limiti temporali per Tokyo.

Ma c’è ancora tempo, arriveranno i tempi.

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