La Nuova Sardegna

Sport

Cagliari, dal possibile trionfo all’incubo

di Roberto Muretto

Segna Borriello poi Giannetti colpisce il palo. Dal quasi fatto 2-0 i rossoblù sprofondano incassando la prima sconfitta

22 agosto 2016
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INVIATO A GENOVA. Una beffa. Il Cagliari poteva uscire con il forziere pieno da "Marassi", invece torna a casa a mani vuote. Il gol di Borriello aveva indirizzato la gara nella giusta direzione ma il palo ha negato a Giannetti la gioia della rete che avrebbe chiuso la sfida. E da quel momento il Genoa si è scatenato. Prima è arrivato il pareggio di Nicham (appena entrato al posto di Pandev) e dopo i gol di Laxalt e Rigoni hanno mandato in delirio i tifosi locali. Un peccato perché il risultato, forse, punisce troppo severamente i rossoblù che nella parte finale della gara sono letteralmente crollati sotto i colpi di un avversario che ha giocato quasi tutta la gara a ritmi vertiginosi. Esordio amaro per Rastelli che aveva fatto la bocca alla vittoria.

Le scelte. Sono obbligate quelle di Rastelli che deve rinunciare ai brasiliani Joao Pedro e Farias, oltre allo squalificato Barella. Il modulo è l'annunciato (e temporaneo) 3-5-2 con un centrocampo solido ed esperto (Isla, Ionita e Padoin), nel quale il compito di Di Gennaro è quello di dettare i tempi. In attacco la conferma della coppia Sau-Borriello. Il Genoa di Juric risponde con un 3-4-3. Tridente pericolosissimo con Pandev, Pavoletti e Ocampos e due esterni come Laxalt e Lazovic abilissimi a ribaltare il fronte del gioco.

Sotto pressione. Il Cagliari subisce il Genoa che gioca a ritmi elevatissimi. Troppo bassi i rossoblù e troppa libertà di giocare la palla per gli avversari che arrivano sulla trequarti senza opposizione. La squadra di Juric arriva sempre per prima sui palloni alti e su quelli vaganti, mentre i rossoblù sardi fanno una faticaccia a fare tre passaggi di fila. Ma è loro la prima vera occasione della partita: Sau solo davanti a Lamanna calcia forte ma troppo centrale. Il Genoa risponde con un palo di Lazovic su un tiro-cross. Il pallino è sempre nella mani della squadra di casa che vince tutti i contrasti. Ma c'è poco sa meravigliarsi è questo lo spirito che anima le formazioni allenate dal tecnico croato. A questo si devono aggiungere gli errori del Cagliari che in più occasioni perde palla in uscita rischiando moltissimo.

Stesso copione. La ripresa inizia allo stesso modo. Il Genoa sembra avere il diavolo in corpo, il Cagliari aspetta e riparte. E' una partita difficile, di sofferenza, nella quale bisogna tenere i nervi saldi. Il Grifone continua a correre come se fosse inseguito da una belva feroce, tanto che ci si chiede quanto resisterà. I rossoblù sono costretti a subire ma sono dentro la partita, lottano e ribattono colpo su colpo. Rastelli si sbraccia, chiede ai suoi distare più alti, di accorciare il campo agli avversari ma non è semplice. Storari si supera su una capocciata di Pavoletti. E' il momento di maggiore pressione del Genoa, il Cagliari non riparte quasi più.

Super coppia. Sau confeziona un cross al bacio, Borriello colpisce di testa e la mette nell'angolino dove Lamanna non può arrivare. E' giusto dirlo, il Cagliari passa nel momento in cui gli avversari sembravano avere preso il sopravvento. Ma quando si hanno giocatori di questa qualità c'è da aspettarselo. Rastelli vede Di Gennaro in difficoltà e manda nella mischia Munari al suo posto. Scelta non felice. Subito dopo esce anche Sau per Giannetti.

2' minuti di fuoco. Dal possibile 2-0, il palo nega a Giannetti la gioia del primo gol in serie A, nel giro di pochi minuti si passal al 2-1 per il Genoa. Prima è Nicham a gelare Storari e poco dopo arriva il raddoppio di Laxalt. Un uno-due che ha la violenza di un pugno allo stomaco. Il Cagliari sbanda. Rastelli si gioca la carta Pajac, fuori Capuano. Ma è ancora uiil Genoa a passare con Rigoni che chiude il conto. Una gara che poteva essere un trionfo diventa quasi una disfatta.

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