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Football americano, un calcio tra i pali della storia: un sassarese nella Nfl

di Andrea Sini
Una foto di Massimo Manca pubblicata sulla rivista Sports Illustrated
Una foto di Massimo Manca pubblicata sulla rivista Sports Illustrated

Massimo Manca è l'unico italiano ad avere esordito tra i professionisti della National Football League,la maggiore lega professionistica nordamericana di football americano

28 luglio 2016
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SASSARI. Tre partite per entrare nella storia, 28 yard per lasciare un piccolo segno, 3 punti per assaporare il dolce piacere di un sogno che si avvera. Il ragazzo con la maglia rossa e nera numero 9 sorride dentro il casco protettivo, pensa alla gioia di papà, quando saprà di questa impresa, e corre al piccolo trotto verso la panchina, leggero come solo chi ha il mondo in mano può sentirsi. Ventitrè anni, novanta chili di muscoli e una grande abilità nel calciare la palla ovale lontano, lontanissimo. È il 1987, ottobre, e questo incredibile sogno si consuma tutto nel giro di 12 giorni.

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Massimo Manca, nato a Sassari nel 1964 e cresciuto nel verde del quartiere di Sant’Orsola, è l’unico giocatore italiano ad avere mai messo piede in campo nel campionato Nfl, la lega di football americano più importante del mondo: altri ci sono arrivati, ma non hanno mai giocato gare ufficiali.

Tre sole partite con la maglia dei Cincinnati Bengals, troppo poche per il suo valore e le sue aspettative, ma sufficienti a proiettarlo nella storia dello sport dalla porta principale. «E dire che le cose più belle e più importanti le ho fatte al college», sorride Massimo Manca, 52 anni, stabilitosi negli Stati Uniti ormai da oltre trent’anni e in questi giorni in vacanza - come ogni estate - nella sua città.

Non ha tutti i torti, l’ex “kicker” della Penn State University, in cui è considerato una leggenda vivente. L’unico giocatore nella storia della prestigiosa università della Pennsylvania ad avere vinto due anelli, nel 1982 e nel 1986. «In effetti qualche altro giocatore ha vinto due titoli nazionali – spiega Manca –, ma io sono l’unico che li ha conquistati scendendo in campo entrambe le finali».

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A portarlo oltre l’Atlantico era stata la carriera di suo padre Mario, già insegnante e preside della facoltà di Magistero a Sassari, che dal 1968 in poi aveva iniziato a insegnare in alcune università degli Stati Uniti, portandosi sempre dietro la moglie e i figli. Il viaggio decisivo è quello del 1975, destinazione lo stato del Nevada. Due anni più tardi la comitiva dovrebbe tornare in Sardegna, ma Massimo e il fratello minore Maurizio decidono di restare in America. «Alla high school ci eravamo già fatti notare giocando a calcio e poi a football, e un professore aveva iniziato a sponsorizzare i nostri nomi nelle università degli stati vicini. Insomma, c’era profumo di borsa di studio e decidemmo di provarci».

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Massimo scelse di andare nella costa Est e scelse Penn State, non lontano da Philadelphia; Maurizio, l’anno successivo approderà alla Virginia University, dove riuscirà a costruirsi una buona carriera a livello di college, prima di tornare definitivamente a Sassari.

A Penn State Massimo indossa la maglia numero 10 e con il suo calcio potentissimo diventa un fattore determinante da subito. «A Sassari avevo giocato un po’ a basket – racconta oggi –. Il calcio? Ci ho giocato un po’ insieme mio fratello, ma senza troppa convinzione. Ho fatto qualche allenamento con i ragazzini della Torres, calciavo indifferentemente con entrambi i piedi ma ero abbastanza lento. No, la mia strada non era quella».

La sua strada è il football americano, e gli anni a Penn State, con un record dopo l’altro e i due titoli nazionali vinti, lo proiettano verso il mondo professionistico. La mitica Nfl è a un passo, anche se la concorrenza è enorme. Nell’autunno 1987 i giocatori decidono di proclamare uno sciopero per questioni economiche. Il campionato però va avanti e le squadre vanno alla ricerca di sostituti validi.

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Massimo Manca firma con i Cincinnati Bengals e il 4 ottobre 1987 debutta davanti ai 60mila del Riverfront Stadium contro i San Diego Chargers. Una settimana più tardi, a Seattle, con un calcio da 28 yard (25 metri) realizza i suoi primi e unici 3 punti in Nfl e contribuisce alla vittoria dei Bengals. Il 18 ottobre gioca ancora, contro i Cleveland Browns, poi lo sciopero finisce e in campo tornano i “titolari”.

Massimo Manca resta tra i professionisti, con diverse richieste importanti; firma prima con i San Francisco 49ers, poi con i Dallas Cowboys, ma non riuscirà mai a scendere in campo in una gara ufficiale. Si ritirerà prima dei 30 anni, dopo esperienze a Barcellona e a Roma. Un sogno bellissimo e breve. Come una parabola di 28 yard, come un calcio forte e preciso che manda la palla proprio là, in mezzo ai pali.

@andreasini78

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