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Per una «A» ad alta quota il Cagliari riparte da Aritzo

diMario Frongia
Per una «A» ad alta quota il Cagliari riparte da Aritzo

Dopo Pejo scatta domani la seconda parte della preparazione precampionato A stretto contatto con i tifosi isolani il primo obiettivo è cementare il gruppo

24 luglio 2016
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CAGLIARI. Dalla Val di Sole del Trentino alla Barbagia. Da domani ad Aritzo il Cagliari riabbraccia territorio, tifosi, appassionati. Un dettaglio? Affatto. La trionfale conquista della serie B è partita nel luglio 2015 proprio dalla municipalità guidata da Gualtiero Mameli. Impossibile non tornare nella culla del successo.

Tommaso Giulini non ha dubbi: «Abbiamo respirato l'aria giusta per ripartire al meglio. Aritzo è ideale per lavorare con i tempi e le motivazioni giuste». Tutto ok in quota. Pejo, polenta e seggiovie al seguito. Ma adesso c'è da cementare e annettere umori positivi, sportivi e no. La serie A, specie al rientro, ha da sempre un qualcosa di subliminale: la squadra dei sardi - tutti, da Villasimius a Palau - deve avvicinare le passioni dei supporter. Coltivare - dalla Primavera itinerante in mezza Sardegna alle 30 società affiliate più il camp di Alghero e l'intesa con l'Olbia di Marino - un tifo che va coinvolto e preso per mano.

Certo, senza risultati non si va da nessuna parte. E occorre un organico che abbatta steccati e fantasmi, per limitare le sofferenze. Ma soprattutto nei passaggi difficili quel che conta - conoscendo le altalenanti emozioni dei tifosi cagliaritani, stregabili oltremodo dai risultati - è un sostegno serio, onesto, insindacabile.

Il Cagliari che torna nell'isola e incrocia la tifoseria nella Cortina d'Ampezzo sarda, ha le carte in regola per regalare un sogno. La salvezza, innanzi tutto. Poi, si vedrà. Ma quel che serve è un seguito prezioso e continuo. Su questo punto, anche un campano nato a pizza e pallone tra Castellamare di Stabia e Pompei, come Massimo Rastelli, non ha dubbi: «Ad Aritzo l'estate scorsa abbiamo costruito il Cagliari che si è poi preso la B. Siamo stati molto bene, dalle strutture all'accoglienza: una miscela basilare per i ragazzi».

Pallone&Sardità. Cagliari e territorio, aziende e sinergie che producono utili, posti di lavoro, visibilità mediatica oltre Tirreno. Il marketing rossoblù ha messo a segno un altro colpo da 90: è di ieri l'accordo con la birra Ichnusa. "La bionda dei sardi" si unisce alle imprese che hanno affiancato proficuamente il club di Giulini. "La partnership tra noi e l'Ichnusa è naturale: rappresentiamo un'isola, condividiamo gli stessi valori e la passione in ciò che facciamo" dice Mario Passetti, a capo del commerciale rossoblù. L'ok prevede il brand dell'azienda - che fa capo al colosso Heineken, fin dal 1986 attento a preservare i valori etnici della birra prodotta a Macchiareddu con centinaia di dipendenti locali - sulle maglie di Melchiorri e compagni per tre anni.

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