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Dinamo-Fip, mediazione difficile

di Andrea Sini
Dinamo-Fip, mediazione difficile

Basket, due settimane per trovare una soluzione legata alla partecipazione alle coppe europee

30 giugno 2016
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SASSARI. Più carte bollate che canestri, più avvocati che giocatori di pallacanestro. Il futuro della Dinamo e di una fetta importante del basket italiano si gioca lontano dal parquet e segue dinamiche distanti anni luce da quelle che gli appassionati si attenderebbero.

La clausola “vessatoria”. La diatriba legata alla partecipazione alle coppe europee per la prossima stagione,c he coinvolge Dinamo Sassari, Trento e Reggio Emilia, si fa sempre più aspra e sta per imboccare il rettilineo finale: il problema è che a oggi non si sa esattamente cosa ci sia in fondo al percorso che scade il 13 luglio. Entro quel giorno le squadre partecipanti al campionato di serie A dovranno produrre, tra la documentazione necessaria, anche il famigerato “allegato 2”: quello nel quale il club si impegnano a prendere parte esclusivamente a competizioni riconosciute dalla Fiba e dalla Fip. Una clausola che le società dissidenti giudicano vessatoria e che punteranno a fare invalidare dagli organismi dell’Unione europea.

Il nodo. Il problema è tutto qui: la Dinamo, e con lei le altre due società che hanno aderito all’Eurocup organizzata da Jordi Bertomeu, hanno l’assoluta certezza che le norme antitrust a livello comunitario daranno loro ragione, riconoscendo alle singole società il diritto di scegliere a quale manifestazione prendere parte. Ma i tempi per il pronunciamento sono quanto mai incerti e difficilmente la sentenza arriverà da qui al 13 luglio. A quel punto, per essere iscritti al campionato servirà in ogni caso rinunciare formalmente - attraverso l’allegato 2 - a prendere parte alle manifestazioni organizzate da Euroleague: in questo caso, dopo essere stati inseriti ufficialmente nella lista dei partecipanti, la rinuncia deve arrivare entro il 7 luglio. Un nodo che i legali delle tre società stanno provando a districare in tutti i modi, in maniera formale o sostanziale. In casa Dinamo, con il mercato fatto per dieci dodicesimi (all’appello mancano due lunghi: il centro titolare e un dodicesimo uomo) in questo momento tutte le energie sono rivolte alla soluzione di questa diatriba.

Fantabasket. Come detto, in assenza di pronunciamenti a livello Ue, ci sono solo due possibilità: o si rinuncia a partecipare all’Eurocup (il paradosso è che nè Dinamo nè Trento si sono comunque qualificate per prendere parte alla Champions league o alla Europe cup Fiba), oppure si viene esclusi dal campionato, aprendo il campo a una serie di ripescaggi a catena. Un’esclusione che non può essere transitoria ma definitiva: il numero di matricola verrebbe depennato per sempre. E cadono dunque qui le obiezioni dei tifosi che, sul web, fantasticavano di una partecipazione dei sassaresi all’Eurocup senza prendere parte alla serie A, pur di fare un dispetto alla Fip. In caso di successo nella causa di fronte ai tribunali comunitari, sarebbero certi sia l’obbligo di reintegro nel campionato, sia un risarcimento con molti zeri: ma tirare la corda sino a questo punto sarebbe una scommessa troppo rischiosa.

Una difficile mediazione. La contrapposizione tra le due parti è dunque definitiva. Ora la priorità, per il bene del basket italiano, è evitare spargimenti di sangue: da un lato se alla fine i tre club rinunciassero all’Eurocup dovrebbero pagare una penale che li metterebbe quasi in ginocchio, senza contare i rapporti con i giocatori messi sotto contratto con la certezza della partecipazione a una manifestazione continentale; dall’altra la Federazione si troverebbe a depennare tre delle migliori realtà del panorama nazionale. Una “soluzione finale” che potrebbe scatenare un vero e proprio terremoto, che non sembra comunque preoccupare la “sfinge” Gianni Petrucci. È scontato che il presidente della Fip, che si è imbarcato da tempo nell’operazione Roma 2024 e secondo molti sogna una nomina all’interno del Cio, farà di tutto pur di non scontentare Patrick Baumann, capo della Fiba, che – guarda caso – del Cio è un membro particolarmente influente.

La prossima settimana, nel parterre del PalaOlimpico di Torino, in occasione delle partite della Nazionale, è probabile che Petrucci e si accomodi a pochi passi da Stefano Sardara e dagli altri presidenti “dissidenti”. È forse l’ultima occasione per trovare una mediazione. Dopo di che sarà guerra totale.

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