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Potere dei Bleus E Parigi dimentica tutte le sue paure

di Valentino Beccari
Potere dei Bleus E Parigi dimentica tutte le sue paure

INVIATO A PARIGI. Parigi non ha paura. Non chiude la porta, non spegne la luce, non si barrica in casa. Anzi, se proprio proprio per un’ora il pericolo è l’Irlanda, e il gol di Brady al secondo...

27 giugno 2016
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INVIATO A PARIGI. Parigi non ha paura. Non chiude la porta, non spegne la luce, non si barrica in casa. Anzi, se proprio proprio per un’ora il pericolo è l’Irlanda, e il gol di Brady al secondo minuto mette ansia e crea il panico alle centinaia di migliaia di parigini scesi in piazza a cantare la Marsigliese.

La fans zone ai piedi della Torre Eiffel è l’epicentro del tifo e della passione parigina, il cuore pulsante di una Francia che affida all’amore per il calcio la sua risposta alla minaccia terroristica.

È una città nella città: 130.000 metri quadri allo Champ-de-Mars in un contesto intriso di storia. La grande bellezza mette il pallone al centro. Sono poco meno di centomila i francesi che accedono all’area all’ombra del simbolo della capitale, ma molti di più bussano invano ai cancelli di ingresso. Già poco prima della partita il cartello sold out viene apposto alle zone di accesso. Centomila sono dentro ma altrettanti fuori che devono accontentarsi di “rubare” le immagini dagli schermi di bar e ristoranti adiacenti.

Anche perché i controlli sono davvero imponenti per quella che viene definita dagli addetti ai lavori la “calamita” per potenziali attentatori, l’obiettivo sensibile a più alto rischio. Migliaia i poliziotti che presidiano la zona, ogni persona perquisita ai cancelli di ingresso e quindi un secondo filtro di controllo. Sono centinaia anche i giornalisti accreditati per assistere a una partita nella partita ed è più problematico accedere alla fans zone che allo stadio .

E anche all’interno ci sono una quarantina di telecamere di sorveglianza e 400 guardie di sicurezza anche in borghese che monitorano la situazione. Ma Parigi è abituata a convivere con i controlli e la paura, è una città in stato di guerra ormai da quasi un anno, però mostra lo smile, non abbassa lo sguardo, non si muove a fari spenti. Tutti insieme appassionatamente con gli occhi rivolti al maxischermo da 420 metri che mette quasi in soggezione il non lontano Arco di trionfo.

Però Parigi all’improvviso prende paura. No, non sono le sirene della polizia colonna sonora della giornata e nemmeno la gente che corre per accedere agli ultimi posti liberi, ma è quell’irlandese di Brady che su rigore stravolge il copione di una partita sulla carta già scritta. Perchè passano i minuti ma la Francia stenta a reagire e la piccola repubblica non si scompone, gioca ordinata e tiene lontana la squadra di Deschamps dalla zona a rischio.

Si abbassa il volume dei cori francesi, la puntina del giradischi salta più volte sulla Marsigliese, uno strano silenzio si impossessa dei centomila di Champ-de-Mars. Un’atmosfera incredula, si profila una tragedia nazionale, nella fans zone sale l’apprensione.

Poi il primo guizzo di Griezmann libera l’urlo dello “stadio naturale”. Centomila persone in preda al delirio collettivo. La grande paura è passata. Ma non basta. E la spinta di Parigi arriva fino a Lione con Griezmann che realizza la doppietta che vale la vittoria e la qualificazione. Un rumore assordante, un’esplosione sì, ma di gioia, felicità spensieratezza. Parigi non ha paura.

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