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Florenzi e De Sciglio per battere la Spagna e ritrovare i tedeschi

di Valentino Beccari
Florenzi e De Sciglio per battere la Spagna e ritrovare i tedeschi

Candreva infortunato, Conte preferisce due esterni difensivi È la rivincita della finale 2012. Chi passa troverà la Germania

27 giugno 2016
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INVIATO A PARIGI. Da Kiev a Parigi. Sembra un intrigo internazionale, una spy story, con le grandi capitali europee sullo sfondo. Già, perchè Italia e Spagna si ritrovano quattro anni dopo la finale della rassegna europea di Polonia e Ucraina. Nell’occasione la Nazionale di Prandelli arrivò stremata all’ultimo atto, con le ferite ancora aperte dopo le battaglie con Inghilterra e Germania, e la Spagna dei fenomeni mise quattro firme in calce al suo terzo titolo internazionale consecutivo. E la storia si ripete oggi a Parigi in quel Saint-Denissfregiato” ma non piegato dal terrorismo. Le Furie Rosse sono un po’ meno furie con i visi dei campioni segnati dal tempo e anche un po’ meno rosse, visto che dovrebbero giocare con quella maglia bianca che nella tradizione iberica viene etichettata come la divisa maledetta.

E a proposito di tradizione anche l’Italia deve sfatare quella negativa che non ci vede battere la Spagna in una competizione ufficiale dai Mondiali Usa del 1994 grazie alle reti di Roberto e Dino Baggio. Una sfida da sangue e arena la cui immagine consegnata alla storia è il volto sanguinante di Luis Enrique, colpito con una gomitata da Tassotti.

E una corrida è anche il confronto in programma oggi in un’arena che sembrerà più Bernabeu che San Siro. Quella corrida che è impressa nel codice genetico degli spagnoli e che Conte ha respirato nel buen retiro di Montpellier, la patria dei toreri francesi che hanno imparato l’arte dai vicini di casa catalani.

E per “matare” la Spagna Conte non ha lasciato niente al caso, preparando in modo maniacale il confronto con sessioni di campo aperte solo all’acido lattico e maratone video da lezione di cinematografia all’Accademia di Roma. Ogni giocatore conosce movimenti, vizi privati e pubbliche virtù degli avversari. Però il ct è consapevole che non basta l’aggiornamento del software per battere gli spagnoli e allora negli ultimi tre giorni anche sedute da “strizzacervelli” con i giocatori sdraiati sul lettino a raccontare sogni e ricordi. Cosa non si fa per raggiungere il massimo dell’autostima. Perchè servirà la convinzione oltre che la condizione per avere ragione di una squadra che anche con qualche stella cadente può contare su un tasso tecnico superiore al nostro. Anche perchè la Nazionale non potrà contare su Candreva, il giocatore più universale tra gli azzurri, l’uomo in più, veloce di gamba e di pensiero, eversivo nella giocata e nella visione. Un adduttore gli ha strozzato l’urlo in gola e ha indotto il ct a ripensare alla formazione. Ma nessuno stravolgimento, la tentazione Insigne non lo ha mai sfiorato, quella El Shaarawy è durata un attimo. E allora conferma per 9 undicesimi dell’11 che ha battuto il Belgio nella partita inaugurale, con De Sciglio in vantaggio su Darmian a sinistra e Florenzi a destra al posto di Candreva. Kiev è un ricordo sbiadito, la Nazionale di Conte non vuole fermarsi a Parigi, a Bordeaux c’è la Germania che l’aspetta e l’Italia vuole esserci.

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