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Favolosa Dinamo, Milano al tappeto

di Andrea Sini
Favolosa Dinamo, Milano al tappeto

Una incredibile tripla di Akognon sulla sirena regala il successo ai sassaresi: sabato prima gara dei playoff a Reggio Emilia

05 maggio 2016
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SASSARI. Come prima, più di prima, ma bello come sempre. Vincere alla sirena, battere Milano, incontrare Reggio Emilia nei playoff. La Dinamo si regala un finale di stagione fatto di adrenalina pura: i sassaresi di coach Pasquini superano la capolista Ea7 Milano per 83-80 con una incredibile tripla in svitamento di Josh Akognon, un capolavoro realizzato con appena 1 secondo e 1 da giocare. I biancoblù terminano la stagione regolare al settimo posto e, in virtù degli altri risultati, nei quarti di finale dei playoff affronteranno la Grissin Bon Reggio Emilia, che ha chiuso al secondo posto. Una riedizione della finale scudetto del giugno 2015, che inizierà sabato al PalaBigi.

La follia. L'uomo della provvidenza biancoblù porta una fascetta in testa e dopo un fantastico primo tempo da 21 punti personali era rimasto a secco per gli ultimi due quarti. La Dinamo, sotto di 7 a 3' dalla sirena, era tornata avanti con sontuoso break di 10-0 trascinata da Alexander, autore dei tiri liberi della staffa a 5”64 dalla fine: 80-77. Ma nessuno dei biancoblù ha pensato di commettere fallo e così Simon ha infilato la tripla della parità. Con 1”1 sul cronometro, Stipcevic ha rimesso su Akognon che si è svitato dalla "mattonella di Drake Diener" e ha fatto crollare il tetto del PalaSerradimigni: gioco partita incontro e Milano al tappeto.

In questo mondo di ladri. Nel giorno del ritorno a Sassari dell'applauditissimo ex Rakim Sanders e del fischiatissimo Cinciarini (quello dello "scudetto rubato"), i biancoblù hanno scoperto che si può anche vincere sulla sirena, oltre che perdere, e che la corazzata Armani è battibile, battibilissima. Mancava Batista, è vero, ma il Banco ha avuto il Logan più spuntato del suo biennio sassarese: il possibile Mvp del campionato ha chiuso con 6 punti e un inverosimile 0/8 da 3. Un vecchio pezzo di Venditti risuona nel palazzetto che è appena esploso. L'unica cosa che conta, alla fine, è il punteggio inchiodato sul tabellone, e stavolta l'ultimo chiodo l'ha piantato Akognon. Nel gioco della psicologia abbinata al basket, è un chiodo pesantissimo.

I meriti. La vittoria del Banco di Sardegna non è frutto di fortuna poggia sulle solidi basi costruite durante un match condotto per 37 minuti. Un avvio non perfetto ma di grande intensità, con Akognon e Varnado protagonisti dei primi strappi (12-7 al 6’, 20-14 al 9’), con Milano capace di risalire sempre. Coach Pasquini trova buone soluzioni sia con la zona che con la difesa a uomo (Sacchetti morde il collo di Sanders), il secondo quarto è un capolavoro da 28-18 che a metà partita (50-39) fa pendere la bilancia pesantemente dalla parte dei sassaresi. I quali come spesso accade restano negli spogliatoi e nel terzo quarto si fanno imbrigliare dalla difesa di Repesa. Milano risale ma resta sempre sotto, Milano impatta al 26’ (56-56) ma alla terza sirena è ancpra sotto 64-61. Nell’ultimo quarto Milano mette la freccia con Lafayette, Logan continua a spadellare ma Alexander e Varnado salgono in cattedra. Il finale non è per deboli di cuore, ma per gente coraggiosa. La palla più grossa, quella più pesante, la scaglia sulla sirena l’uomo con la fascetta. Sipario.

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