La Nuova Sardegna

Sport

Flore (Atletico Oristano): salvate il calcio rosa

Appello del presidente del club per un settore che nel giro di qualche anno si è ridotto a poche realtà

01 aprile 2016
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ORISTANO. Un esempio di sport che attraversa una crisi disperata è il calcio femminile e il presidente dell’Atletico Oristano, Luciano Flore, lancia un grido d’allarme e un’accusa a istituzioni e federazione «che non fanno nulla per andare incontro alle poche società isolane rimaste: con la scomparsa della pluriscudettata Torres a livello nazionale sono rimaste solo Oristano, Caprera e Villacidro, tutte in B (e agli ultimi posti, ndc). Nulla rispetto ad anni passati, in cui i club erano molte di più, presenti in tutto il territorio sardo e in tutte le categorie. Oggi siamo arrivati al punto che oltre a questi tre club non esiste niente (a parte la rinata Torres, che ricomincia da zero, ndc) che consenta alle ragazze, superati i 14 anni (sino a quando è possibile essere inserite in formazioni maschili), di proseguire l’attività».

Per Flore, il calcio femminile sardo «è indietro anni luce rispetto alla penisola. E la federazione che dice di voler investire sul pallone rosa come fanno Svizzera, Francia e Germania, non fa nulla di concreto per compiere il salto di qualità. È il momento di iniziare a farsi sentire, con la federazione e con le istituzioni locali, per difendere il nostro piccolo movimento anche in Sardegna. In questi ultimi anni anche la Regione ha contribuito ad aumentare i problemi, con i continui tagli ai contributi della legge regionale 17/99. Certo c’è la crisi e occorre far quadrare i bilanci, ma si potrebbe almeno combattere il caro trasporti. Non si può pensare di ricorrere sempre ai voli low cost, perché spesso gli orari non coincidono per arrivare in tempo all’appuntamento o riuscire a rientrare». Flore ricorda che il suo Atletico è passato da quasi 100.000 euro di contributi qualche anno fa agli attuali di 50.000: «Un taglio di quasi il 50%, così è impensabile riuscire andare avanti in questo modo, si rischia prima o poi di far scomparire il calcio in rosa». (a.palm.)

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