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Tore Erittu combatterà per il titolo Ue ma confessa: «Ho pensato di lasciare la boxe»

di Roberto Muretto
Tore Erittu combatterà per il titolo Ue ma confessa: «Ho pensato di lasciare la boxe»

Il pugile di Porto Torres sfiderà Modugno: «Non combatto da giugno ma ora voglio quella cintura»

11 febbraio 2016
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PORTO TORRES. Svegliarsi presto la mattina. Uscire quando gli altri ancora sono sotto le coperte. Correre, sudare, tornare a casa con gli indumenti fradici. Sul lungo mare di Porto Torres dove incontri qualche cane randagio che ti guarda e scodinzola, Tore Erittu tutti i giorni va avanti e indietro. Poi lo aspettano almeno altre due ore di lavoro in palestra. Con lui il preparatore atletico Marco Runchina e il tecnico Claudio Iannarelli. Prepara il match contro Matteo Modugno. In palio il titolo Ue dei pesi massimi. Ma non sa ancora la data e il luogo. Il match deve essere disputato entro aprile. Per ora è questa l’unica certezza.

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«Quando mi è stato detto che a dicembre non avrei combattuto contro Franz Rill ho avuto un momento di sconforto. Ho pensato che fare sacrifici è inutile. Il pensiero di chiudere la carriera professionistica non mi ha solo sfiorato. Inutile negare che in Italia la boxe vive un periodo di crisi profonda. Il pugilato non ti dà da vivere, devi fare anche altro. Non ho vergogna ad ammettere che per preparare il match con Rill, poi cancellato, ci ho rimesso di tasca. Poi ha vinto la passione per questo sport, la voglia di dimostrare a me stesso che posso cogliere risultati importanti. Per questo sono ancora qui a lavorare duro».

Erittu spera di combattere in Sardegna. «L’asta è stata vinta dalla Loreni - spiega - ma c’è una trattativa privata in corso. Le possibilità di fare questo match davanti ai miei tifosi sono concrete. Ho degli amici imprenditori pronti a darmi una mano perchè succeda».

A 34 anni è vietato sbagliare. Conquistare il titolo Ue potrebbe spalancargli le porte di palcoscenici prestigiosi. «Lo so - ammette -.Come minimo avrei una chance europea. Questa possibilità mi dà stimoli enormi. Penso solo a questo quando la mattina mi alzo per allenarmi. Sono curioso di capire quali sono i miei limiti. Solo quando subirò una lezione e mi renderò conto di non essere all’altezza, dirò basta».

Modugno è imbattuto. «Ci conosciamo bene da quando lui era dilettante. E’ un bestione di 130 chili, valido tecnicamente. Ho una fame che in lui non vedo. Questo può fare la differenza».

Trenta match da professionista per Tore Erittu, due sole sconfitte. «Ed entrambe per motivi particolari. La prima legata a una condizione mentale negativa, la seconda a problemi fisici che mi hanno fatto soffrire tantissimo. Potessi tornare indietro non fare certi errori. Ma ho imparato tanto anche da quelle situazioni, sono state una lezione utilissima».

Erittu aspetta impaziente che gli venga comunicata la data del match. «Perchè può sembrare una banalità ma non saperlo in qualche modo ti condiziona. Nel pugilato niente va lasciato al caso e la preparazione calibrata man mano che si avvicina il combattimento. Sono sereno, mi farò trovare pronto».

La voglia di portare ancora in alto il nome della Sardegna pugilistica è un pallino fisso per questo ragazzo che da buttafuori nelle discoteche è diventato un pugile di ottimo livello. «E’ un onore - conclude Salvatore Erittu - rappresentare la tua terra. Sono orgoglioso di essere sardo e lo rimarco in ogni occasione. Non sono più giovanissimo ma mi sento nel pieno della maturità. Ho ancora forze e voglia per lottare e vedere ripagati anni di sacrifici. Lo devo a me stesso e al mio maestro Alberto Mura, che dall’alto mi protegge sempre».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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