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Miracolo Luna & Sole Altro che disabili: la normalità è vincere

di Antonello Palmas
Miracolo Luna & Sole Altro che disabili: la normalità è vincere

Sono ragazzi con ritardi intellettivi-relazionali e atleti E alcuni arrivano persino a conquistare titoli federali

11 febbraio 2016
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SASSARI. Il miglior farmaco? È lo sport. E persino i risultati danno ragione a dirigenti e tecnici della Polisportiva Luna e Sole, che dal 2012 fa praticare l’atletica a ragazzi con ritardi intellettuali e relazionali. Portandoli in parecchi casi a competere con i normodotati e addirittura a vincere titoli federali provinciali e regionali. I ragazzi della L&S hanno dimostrato di poter correre (ma anche lanciare, saltare) come tutti gli altri, insieme a tutti gli altri. A volte meglio.

Ed ecco che diversi atleti della società sassarese presieduta da Vittoria Lopez hanno il doppio tesseramento: quello con la Fisdir (Federazione italiana sport disabili intellettivi e relazionali) e con la Fidal, gareggiando con la società gemella Guerrieri del Pavone. E vincono anche nella seconda. C’è Denise Canu, marciatrice che ha conquistato il titolo provinciale ragazze nei 2000 metri. Gian Luca Scanu, velocista che fa tempi tra i primi dieci in Sardegna e ha brillato nel Gran Prix di cross, terzo con la squadra cadetti dei Guerrieri. Mariusz Ledda, ha vinto il Terrasarda 2012 nella velocità, capace di correre in 13” i 100 metri allievi. E poi Cristian Lella, cadetto che ha superato i 10 metri nel peso; Davide Fadda, lunghista e velocista, che ha vinto una medaglia agli studenteschi paralimpici 2014. Infine Chiara Masia, campionessa regionale nel peso.

I pilastri di questo piccolo grande miracolo dello sport rappresentato dalla società Luna & Sole sono gli istruttori Marco Sanna, Tiziana Secchi e Alice Capone (campionessa di duathlon, vanta anche un bronzo mondiale e si occupa anche della riabilitazione degli psichiatrici). «Lo sport paralimpico è ormai esploso – dice Sanna – e la consacrazione c’è stata con i giochi di Londra». «E ormai far gareggiare i nostri allievi con i normodotati è divenuta una cosa del tutto naturale – dice la Secchi –. Anche perché non si distinguono dagli altri, sono capaci di calarsi perfettamente nel loro ruolo sfoderando qualità notevoli nella concentrazione. E grazie alla collaborazione con le scuole è possibile partecipare anche agli Studenteschi con ottimi risultati: Chiara Masia ha fatto incetta di medaglie».

E poi ci sono quelli che non faranno le gare federali perché impossibilitati nel confronto, ma che danno ugualmente grandi soddisfazioni. «Alcuni ragazzi autistici, totalmente chiusi – spiega Alice Capone – hanno mostrato miglioramenti confortanti sotto il profilo caratteriale, si sono aperti proprio grazie all’attività sportiva, danno il “cinque” dopo le gare. Di solito fanno equitazione o nuoto, ma noi siamo convinti che possano trarre grande giovamento anche dall’atletica». E alla L&S arrivano anche gli scolari detti “iperattivi”, che col rispetto delle regole tipico dello sport riescono a ottenere grossi risultati.

Certo, in molti casi occorre pazienza: «Nello spiegare l e regole, nel farle rispettare, ma anche nel l’insegnare ai normodotati come coinvolgere i loro colleghi – dice Sanna –. Ci sono momenti in cui alcuni soggetti non rispondono alle sollecitazioni e bisogna avere le conoscenze e il tatto per resettare tutto e rimetterli in carreggiata». Pazienza anche nel convincere molti genitori a non tenere imprigionati in casa i figli con disabilità, a vincere le paura come quella che si possano ammalare. C’è da vincere anche il disagio dei papà e delle mamme, i quali non immaginano quanto possa crescere l’autostima dei loro figli praticando uno sport. «La riabilitazione degli psichiatrici – dice la Capone – non può essere limitata alla somministrazione di farmaci e che dopo i 18 anni i disabili mentali siano completamente abbandonati. Alla fine solo le società come la nostra fanno vera riabilitazione ed è davvero incredibile».

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