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Umiltà, sacrificio e lavoro: ecco l’identikit di Fossati

di Roberto Muretto
Umiltà, sacrificio e lavoro: ecco l’identikit di Fossati

Il centrocampista del Cagliari si confessa: «L’allenatore mi ha inventato mezzala Mi sento a casa, i tifosi sono eccezionali. Ho scoperto i culurgiones, che buoni»

05 febbraio 2016
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CAGLIARI. Doveva essere la riserva di Davide Di Gennaro. Quando è sbarcato a Cagliari ha accettato il ruolo senza fiatare, nonostante l’anno precedente fosse stato votato tra i migliori centrocampisti della serie B. Marco Fossati (23 anni compiuti ad ottobre) Si è buttato anima e corpo nel lavoro e la sua dedizione non è sfuggita al tecnico Massimo Rastelli che lo ha “promosso”titolare , studiando la soluzione per farlo coesiste con Di Gennaro.

Di lei si dice che sia diligente, duttile, ma è stato usato anche il termine gregario. Le ha dato fastidio?

«Sinceramente mi piace essere al centro di un progetto. E’ vero, sono tatticamente diligente ma in campo non faccio solo il compitino, ci metto anche la mia fantasia».

E’ un vantaggio saper fare più ruoli?

«Non c’è dubbio. Significa avere un bagaglio tecnico più completo. Il mister mi ha inventato mezzala e io mi sono adattato senza problemi».

Dove preferisce giocare?

«Davanti alla difesa. Nel Cagliari ruotiamo moltissimo e spesso io e Davide ci scambiamo la posizione».

Lei doveva essere l’alternativa a Di Gennaro, poi...

«Ho avuto la fortuna di ritagliarmi spazi importanti. All’inizio sapevo che il titolare era Davide ma col passare del tempo l’allenatore ha capito che potevamo giocare insieme. Sono felice di poter dare il mio contributo».

Rastelli è stato abile ad inventare il doppio regista?

«Una grande intuizione. Le squadre avversarie ci conoscono e provano a inaridire le fonti di gioco. Noi abbiamo più soluzioni tattiche, non diamo punti di riferimento».

Possiamo dire che il suo motto è: umiltà e continuità?

«Sicuramente. Umile lo sono sempre stato. Mentre quest’anno sono cresciuto sul piano della continuità di rendimento. Negli anni scorsi era un mio limite».

Quanto vi ha dato fastidio il ko di Crotone?

«Ci ha un po’ destabilizzato. Ma allo stesso tempo trasmesso una grande carica. Sappiamo che il nostro posto è stare davanti a tutti e onestamente guardarli dal basso verso l’alto non ci piaceva affatto».

Siamo nel momento decisivo della stagione?

«Può essere. Le prossime quattro partite potrebbero dare un volto diverso alla classifica. Non dobbiamo guardare gli altri ma pensare a mettere tanti punti in cassaforte e continuare la corsa in testa».

Ci fa un identikit di Massimo Rastelli?

«E’ un grandissimo lavoratore. Pensa al calcio 24 ore su 24. Il mister è maniacale nel preparare le partite. Noi andiamo in campo e degli avversari conosciamo ogni minimo dettaglio. Ha un altro grande pregio: è una persona schietta che dice le cose in faccia».

Domani la sfida con l’Entella. Lo sa che rispetto all’andata e un’altra squadra?

«Stanno giocando bene, sono in fiducia e domani non hanno nulla da perdere. Non sarà una gara semplice ma noi dobbiamo vincere».

Ha sentito Oddo? Dice che il Pescara viene a prendervi?

«Vedremo. Mister Oddo è determinato e sa quel che vuole. »Accettiamo la sfida, vedremo a maggio».

C’è un compagno col quale ha legato di più?

«Con Giannetti. Forse perchè abitiamo vicini. Ma anche con Ceppitelli, col quale abbiamo fatto le vacanze insieme e con Joao Pedro. Ma vado d’accordo con tutti».

C’è un piatto sardo che ha gradito particolarmente?

«Magari lei si aspetta che ora dica il maialetto, ma non è questa la mia risposta . E’ buonissimo, ci mancherebbe. però preferisco i culurgiones, sono eccezionali. Se potessi li mangerei tutti i giorni. Purtroppo non è possibile».

Tocchi pure ferro, il sogno serie A per lei presto può diventare realtà.

«Guardi, quest’anno gioco con continuità e credo che questo sia la cosa più importante. Chi fa il mio mestiere non può non aspirare a giocare in A. Mi auguro di poterlo fare con la maglia del Cagliari, anche se la strada è lunga».

Anche lei è stato contagiato dalla prudenza di Rastelli?

«Mi piace tenere i piedi per terra. Fino a quando non ci sarà la matematica a confortarci, dovremo stare attenti perchè in serie B basta poco per trovarsi nei guai. Noi sappiamo di poter tagliare il traguardo ma anche di non illuderci».

Chiudiamo con i tifosi, se li aspettava così caldi?

«Me lo avevano detto che stavano vicino alla squadra. Ho avuto la conferma. Anche quando li incontro per strada mi incoraggiano, fanno complimenti. Il loro calore è un’arma importante per noi.

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