La Nuova Sardegna

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La Sardegna studia per il dieci con lode

di Fabio Fresu
La Sardegna studia per il dieci con lode

Dalla A2 femminile alla B2 maschile, dieci formazioni isolane sognano nei campionati nazionali che scattano domani

16 ottobre 2015
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SASSARI. L’attesa è finita. Prende il via questo fine settimana la marcia delle formazioni sarde nei campionati nazionali di serie A e B di pallavolo. Dieci le squadre in lizza in cinque tornei, sei maschili e quattro femminili, la maggior parte delle quali devono ancora capire quale ruolo potranno recitare.

“Ad oggi sembra che l’Hermaea Entu Olbia di A2 femminile sia più competitiva dell’anno scorso – è l’analisi di Vincenzo Ammendola, presidente regionale della Fipav –. La parola definitiva la dirà il campo, ma è speranza di tutta la Sardegna pallavolistica che possa disputare una stagione con meno sofferenza, sfruttando l’esperienza già maturata nella categoria. In B1 maschile Sant’Antioco può rappresentarci al meglio, e anche la matricola Sarroch può darci delle soddisfazioni. D’altronde la stagione non prevede retrocessioni, anzi, mette a disposizione ben quattro posti, fra promozioni dirette e playoff, per poter sognare. In campo femminile l’Alfieri Cagliari è più attrezzata di due anni fa, quando era retrocessa, ha rinforzato non solo la squadra ma anche la società e tutto il settore tecnico. Il campionato è tecnicamente competitivo, ma sono sicuro che potrà essere un’altra bella sorpresa. Venendo alla B2 Palau e Castelsardo sono inserite in un girone a maggioranza laziale quindi è sempre difficile fare previsioni, perché da un anno all’altro queste squadre cambiano molto. Di sicuro le galluresi nutrono qualche ambizione in più, ed è giusto vista la loro campagna acquisti, ma anche Castelsardo può fare bene, e perlomeno salvarsi. Nel maschile infine l’Iglesias è ancora tutta da scoprire perché non ha fatto precampionato, poi ci sono Olbia, Oristano e Sassari che sono delle belle squadre, tutte in grado di rimanere in B”.

Ai nastri di partenza però sono solo in dieci, rispetto alle tredici che avremmo potuto schierare. “Un dato che non è solo sardo – prosegue Ammendola – e non riguarda solo il nostro sport. La realtà è che la crisi economica porta a un forte ridimensionamento. In più per esempio nel Sassarese c’è una Dinamo basket che ha fatto piazza pulita di tutte le risorse. Se la Regione non dà certezza su contributi e tempi di erogazione, le società non ce la fanno più ad anticipare ogni anno una media di 50mila euro. Infine sembra che la Sardegna sia diventata una sorta di supermercato giovanile, con i ragazzi migliori che spesso vengono ceduti a società del continente. Mi sta bene quando il discorso riguarda il Club Italia, ma abbiamo fin troppi esempi di atleti che hanno fatto esperienze nel Continente senza ricavarne una reale crescita tecnica. Dobbiamo lavorare per creare delle realtà sarde che possano raccogliere le nostre promesse e farle crescere tutte insieme”.

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