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«La serie A si conquista col sacrificio»

di Roberto Muretto
«La serie A si conquista col sacrificio»

Il patron Giulini getta acqua sul fuoco: «Non è scontata la promozione del Cagliari, ci aspettano sette mesi durissimi»

13 ottobre 2015
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CAGLIARI. Guardare tutti dall’alto è una bella sensazione. Ma è altrettanto importante sapere che quella posizione di privilegio va mantenuta. E per farlo non bisogna abbassare la guardia perchè c’è chi è pronto a darti un cazzotto e mandarti ko. Il Cagliari sa queste cose, non può non saperle considerato che ha un allenatore come Massimo Rastelli, che non perde occasione per ribadire questi concetti. Ma il il mister non è il solo a gettare acqua sul fuoco. Alle voci che predicano prudenza si aggiunge anche quella del presidente Tommaso Giulini. ««È stata la nostra partita più bella - sottolinea il patron- ma tutto questo non è scontato. Ogni domenica undici giocatori devono correre di più di altri undici. Qualità e quantità della rosa non vogliono dire matematicamente promozione, se non ci sono anche, a parità di fortuna, le altre componenti. Non è un atto dovuto tornare in A, ci sono altre sette mesi di sacrifici».

Musica per le orecchie del mister che conosce la serie B come le sue tasche e sa che illudersi o considerare la strada in discesa, sarebbe un’ingenuità imperdonabile. «Domenica è stata una bella giornata - aggiunge Giulini -, sono contento per il mister. E’ stato bravo a imbrigliare un avversario che come noi punta alla promozione. E’ stata come una partita vinta a scacchi. E sono contento per i ragazzi: non è facile affrontare il campionato da favoriti e scendere in campo con la giusta fame e cattiveria».

Il presidente usa bastone e carota. Non è uno che le manda a dire. Elogi sì, quando sono meritati, ma anche “ceffoni” se si fanno errori. Non ha detto una sola parola (in pubblico) dopo il ko di Pescara. Era allo stadio ed è andato via di pessimo umore. La sua missione è quella di riportare il Cagliari da dove l’ha presso: in serie A. La retrocessione non l’ha metabolizzata e non perde occasione per recitare il mea culpa.

«Un errore prendere Zeman come allenatore? Forse, una scelta più conservativa avrebbe pagato - ribadisce per l’ennesima volta -. In quel momento, ad esempio, era libero Maran che poi è andato al Chievo. Magari con lui non saremo retrocessi perchè avevamo un rosa che ci avrebbe permesso di restare in A».

Ora invece il presidente si tiene stretto Massimo Rastelli: «Un allenatore che ha grande considerazione nell’ambiente, conosce la categoria ed ha sempre raggiunto i suoi obiettivi. Quando lo abbiamo scelto sono state fatte tutte queste considerazioni».

E’ una giornata felice per Giulini. Il Cagliari è capolista e i progetti del club cominciano a concretizzarsi. Si lavora per un nuovo stadio ma la strada è lunga, gli ostacoli da superare tanti. «Spero di essere più fortunato del mio predecessore - conclude -. Abbiamo ridato il Sant’Elia alla città dopo tre mesi ed è stato un grandissimo successo che ci ha portato a commettere qualche errore sportivo. Con la giusta programmazione arriveremo ad un nuovo impianto. E’ fondamentale per crescere».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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