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Il calcio italiano ai piedi di Lorenzo “il Magnifico”

Il calcio italiano ai piedi di Lorenzo “il Magnifico”

Il momento d’oro di Insigne, che sogna di vincere con il Napoli e con la nazionale Intanto gli azzurri di Antonio Conte si preparano alla sfida di sabato in Azerbaijan

07 ottobre 2015
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FIRENZE. Da azzurro ad azzurro, le mille tonalità di un momento da incorniciare. Lorenzo Insigne, dai suoi tifosi ribattezzato il “Magnifico”, è l’attaccante del momento e gioca in una delle squadre favorite per lo scudetto: lui è il simbolo di questo Napoli, perché segna, trascina ma anche perché è napoletano nel sangue e nel cuore. «E non c’è cosa più bella che giocare nella squadra della propria città» dice dal ritiro della nazionale: sabato è in programma la sfida di qualificazione a Euro 2016 in Azerbaijan. Unico intoppo, il versamento a un ginocchio che lo ha costretto a saltare l’allenamento di ieri.

Gli occhi, nascosti dietro un paio di occhiali alla Johnny Depp, si illuminano quanto l’enorme brillante che porta all’orecchio destro. Reduce dalla doppietta al Milan («Che belli gli applausi di tutto San Siro, non è cosa che capita tutti i giorni») il 24enne attaccante già padre di due figli e appassionato di tatuaggi cerca di assaporarsi al massimo questo momento: «Spero sia solo un punto di partenza e di continuare così anche in Nazionale, sono molto contento ma non ho ancora fatto nulla». Il pensiero corre agli affetti più cari: «Ringrazio la mia famiglia, ha fatto tanti sacrifici, non avevamo nulla se non l’allegria. Non mi piaceva andare a scuola così preferivo dare un aiuto al mercato a vendere vestiti».

Adesso c’è chi vorrebbe fargli indossare la mitica maglia numero 10 che fu di Maradona: «Non scomodiamo il più grande di tutti – sorride – e comunque non sono decisioni che spettano me. Se un giorno il Napoli me la darà sarà un peso ma pure una bella emozione. D’altronde la società sa che io sono pronto a restare il più a lungo possibile, ho già dato l’ok, giocare in questa squadra è sempre stato il mio sogno». Oltretutto ha ritrovato pure il feeling coi tifosi: «Ho avuto qualche problema in passato ma mai ho pensato di andarmene. Se ho reagito ai fischi è perché soffro quando gioco male e il Napoli non vince. Perché sono il primo tifoso di questa squadra».

Alla quale sogna di regalare lo scudetto: «È ancora presto per parlarne, di sicuro ci proveremo fino alla fine, è un campionato più equilibrato di quelli passati. Troveremo la Fiorentina dopo la sosta? Una grande sfida, come sempre cercheremo di dare il massimo».

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