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Con Fabio Aru al Tour Vincenzo Nibali prenota il trionfo rosa

dall’inviato
Con Fabio Aru al Tour Vincenzo Nibali prenota il trionfo rosa

Il siciliano punta alla vittoria bis: «Il percorso mi piace» Il colombiano e Landa i rivali possibili. Occhio a Dumoulin

06 ottobre 2015
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MILANO. Una cronometro lunga e difficile, una frazione che arriva nella “sua” Asolo (vinse nel 2010), una tappa in Friuli, una cronoscalata, le Dolomiti. La star della presentazione della corsa rosa 2016 ieri all’Expo è stata Vincenzo Nibali. Per due motivi. Primo: il siciliano ha vinto un Lombardia da campione, gli applausi in sala erano tutti per lui. Secondo, quel Giro 2013 lo Squalo l’ha vinto e non è un mistero che gli faccia molta gola anche il prossimo. Questione di obiettivi, non di concorrenza interna, con Fabio Aru che il ds del’Astana Vinokourov per il 2016 ha destinato la Tour.

Nibali ha nostalgia della corsa rosa. Vincerla sarebbe il modo migliore per continuare una carriera da “Gimondi del Terzo Millennio”. «Questo Giro mi piace – ha detto – il tappone sulle Dolomiti è molto duro: deciderà la corsa. Voglio tornare al Giro e vincerlo». Chiaro e forte. Accanto a lui Contador. Il suo al Giro l’ha già fatto. Ha più volte detto che il prossimo sarà il suo ultimo anno in sella, mesi di fatiche che vuole passare preparando l’ultimo assalto al Tour. «Peccato, questa corsa mi piace – ha detto – ho sempre creduto che sia la più dura e la più difficile al mondo, il tracciato che gli organizzatori hanno proposto lo conferma». Mauro Vegni, il direttore del Giro è soddisfatto. È riuscito a dare una mano a corridori e squadre diminuendo ancor di più i chilometri di trasferimento. «Nemmeno 800», ha detto. Al netto, ovviamente, del volo charter che porterà i corridori dall’Olanda alla Calabria.

Erano adolescenti a caccia di un sogno rosa i corridori di questa generazione quando nel 2001 la tappa con arrivo a Sant’Anna di Vinadio fu annullata per la protesta dei corridori dopo la “retata” antidoping dei Nas a Sanremo. Farmaci lanciati dalle finestre, parapiglia, siringhe sospette (nella stanza di Pantani o presunta tale). Era un’altra epoca, per fortuna. Dopo 15 anni la corsa rosa tornerà a Sant’Anna di Vinadio in un’altra tappa da circoletto rosso del Giro. Vars, Bonette (non si arriva a 2.800, la bretella creata apposta dai francesi per renderla la strada carrozzabile più alta d’Europa ma poco ci manca) e Lombarda. Qui Nibali vorrà arrivarci in rosa e con un bel vantaggio. Ma che avversari avrà? Il casting del Giro sui big del pedale è iniziato da mesi. Viviani, Kittel (in cerca di rilancio) sono nomi buoni per gli sprint. Ma servono fuoriclasse per incendiare la corsa.

Serve il duello. Quintana, corre voce, sia l’uomo giusto per incendiare la corsa contro Nibali. Mickel Landa, nuovo capitano della Sky, dopo essersi rivelato sulle strade italiane lo scorso maggio, può fare da terzo incomodo. Presente all’auditorium dell’Expo anche Tom Dumoulin, l’olandese che ha fatto vedere i sorci versi ad Aru alla Vuelta. Ci sono tre crono, la sua specialità. È vulnerabile in salita ma è giovane. Peter Sagan? C’era anche lui. Maniche corte, simpatia a mille. Niente Giro, il Tour per lui è un pianeta sopra. (a.s.)

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