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Il Cagliari in dieci per oltre un’ora costretto ad arrendersi al Pescara

di Roberto Muretto
Il Cagliari in dieci per oltre un’ora costretto ad arrendersi al Pescara

Di Gennaro sotto accusa: il centrocampista si fa espellere ingenuamente nel finale del primo tempo. Inutile il forcing dei rossoblù puniti da un gol messo a segno da Lapadula in avvio di ripresa

04 ottobre 2015
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INVIATO A PESCARA. Grazie Di Gennaro. Il Pescara non lo dice ma sa che se ha messo in cassaforte i tre punti, gran parte del merito è del centrocampista del Cagliari, colpevole di essersi meritato un cartellino rosso nel finale del primo tempo. Un'ingenuità grave, da censura per un giocatore della sua esperienza. Gli abruzzesi hanno punito i rossoblù con Lapadula in avvio della ripresa e a nulla è valso il generoso tentativo della formazione di Rastelli, nonostante l'inferiorità numerica, di rimettere le cose a posto. Tutto ruota attorno all'episodio che ha visto protagonista Di Gennaro che sicuramente avrà avuto una notte insonne. E' il primo stop del Cagliari, sconfitta che fa male, che non costa il primato in classifica ma che deve far riflettere chi forse non ha ancora capito che non basta essere i più forti per vincere il campionato.

Moduli speculari. Entrambe le squadre giocano col trequartista. Ma se Oddo non cambia nulla rispetto all'undici annunciato alla vigilia, Rastelli non fa la stessa cosa. L'allenatore del Cagliari sceglie Krajnc al centro della difesa e lascia fuori Salamon. Pisacane gioca a sinistra, Balzano (uno degli ex in campo con Melchiorri e Capuano) resta dall'altra parte. A centrocampo torna Deiola, mentre Joao Pedro avanza alle spalle delle punte (preferito a Farias) Melchiorri e Cerri che prende il posto di Sau, non al meglio ma pronto a dare il suo contributo se necessario. Nel Pescara c'è l'ex Andrea Cocco, smanioso di dimostrare quanto vale di fronte alla squadra nella quale la scorsa estate ha sperato di tornare.

Banalità. In undici minuti il Cagliari fa di tutto per farsi del male. Per quattro volte sbaglia passaggi elementari e mette il Pescara nella condizione di partire pericolosamente in contropiede. I rossoblù soffrono il pressing alto degli abruzzesi, abili a raddoppiare i portatori di palla, costringendoli a giocate frettolose. L'inizio di gara della squadra di Rastelli non è quello che il mister aveva chiesto. Troppe leggerezze e qualche sbavatura nelle chiusure che fanno arrabbiare il tecnico. E' una partita complicata contro un avversario "tosto" che sembra avere più "fame" di un Cagliari a tratti compassato e forse troppo sicuro di sé tanto da sfiorare la presunzione.

Cagliari in 10. Come complicare le cose alla propria squadra? Chiedetelo a Davide Di Gennaro che a poco meno di 10' dalla fine del primo tempo non trova di meglio che farsi espellere dall'arbitro. Un provvedimento giusto perché il centrocampista viene ammonito per un fallo da dietro (pare non ci fosse), protesta vibratamente dopo il giallo, non contento sbatte con rabbia il pallone per terra. Un implicito invito al direttore di gara a mandarlo fuori. Il "rosso" diretto è inevitabile. Un'ingenuità inaccettabile da parte di un giocatore esperto. E' facile anticipare che la società non sarà tenera con lui.

Pescara avanti. La resistenza del Cagliari nella ripresa dura solo 7'. Lapadula fa saltare il banco eludendo prima Capuano e poi facendo secco Storari con un violentissimo tiro a mezza altezza. La partita da complicata diventa difficilissima. Storari evita con una paratona il secondo gol su un missile di Caprari, in campo da pochi minuti. Con un uomo in meno e sotto di una rete, Rastelli gioca la carta Fossati, esce Deiola. Una mossa per tentare di dare ordine alla manovra. E subito dopo dentro anche Farias per Cerri. Melchiorri diventa la prima punta, dietro di lui la fantasia dei due brasiliani per provare a perforare una difesa che ha nella velocità il suo tallone d'Achille.

L'Ultima carta. Rastelli nell'ultimo quarto d'ora mette dentro anche Sau. Una mossa disperata per tentare quasi l'impossibile. Il Cagliari attacca, il Pescara arretra, ma non riesce a sfondare. I minuti di recupero sono sei ma non succede nient’altro. I rossoblù escono dall' "Adriatico" a testa bassa ma chi torna a casa con la faccia rossa dalla… vergogna è Di Gennaro. Rifletta su quello che ha fatto.

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