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Aggredito e insultato, perchè quella squalifica?

GHILARZA. Poche righe del giudice sportivo hanno fatto crollare il mondo addosso ad Ayuob Idrissi, giovane difensore del Ghilarza. Il ragazzo si è visto infliggere tre settinane di squalifica per...

04 ottobre 2015
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GHILARZA. Poche righe del giudice sportivo hanno fatto crollare il mondo addosso ad Ayuob Idrissi, giovane difensore del Ghilarza. Il ragazzo si è visto infliggere tre settinane di squalifica per aver colpito con una gomitata e con un pugno un avversario. L’episodio è documentato nel referto dell’arbitro che ha diretto la gara domenica scorsa tra il Tonara e il Ghilarza, ma è negato, con convinzione dal diretto interessato. Ecco il suo racconto.

«La decisione del giudice sportivo del campionato di Eccellenza che ha inflitto al sottoscritto una squalifica di tre gare mi ha profondamente amareggiato e colpito come persona e come atleta. Nella motivazione si legge infatti che avrei sgomitato e dato un pugno ad un avversario. Smentisco nella maniera più assoluta quando scritto dal direttore di gara che ha visto e interpretato male l'episodio. La verità è che l'aggredito sono stato io dopo aver ricevuto dei pugni e gli insulti da un avversario con la frase "Negro di merda", considerate le mie origine marocchine. Insomma mi ritrovo nella situazione di passare per un picchiatore, quando al contrario sono io la vera vittima. E' davvero incredibile questa squalifica senza aver avuto neppure la possibilità di difendermi. Non è mia abitudine fare queste cose. Gioco con grinta e determinazione, ma conosco i limiti dell'agonismo. Li ho sempre rispettati alla pari degli arbitri e degli assistenti. Ho vent'anni, ma credo di non essere uno sprovveduto. Ho esordito in Eccellenza quando ne avevo 16 e due anni fa sono diventato vice campione italiano nella categoria Juniores facendo parte come titolare della rappresentativa regionale sarda. Nonostante questa brutta storia, non mi perderò d'animo e quando rientrerò in campo dimostrerò a tutti di essere un calciatore corretto e leale».

Ayuob Idrissi

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