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Stefano Sardara: «State vicino alla Dinamo, possiamo fare strada»

di Roberto Sanna
Stefano Sardara: «State vicino alla Dinamo, possiamo fare strada»

Le parole del presidente biancoblù alla vigilia della prima palla a due della stagione

03 ottobre 2015
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SASSARI. Una vigilia come tante altre, con mille cose da mettere a posto e tante altre alle quali pensare nel momento in cui la nuova stagione parte. Stefano Sardara, presidente della Dinamo, fa il conto alla rovescia per la prima palla a due della stagione (domani alle 20,30 contro la Vanoli Cremona al palaSerradimigni) in assoluta serenità: «Sto vivendo una vigilia per certi versi normale, la solita ripartenza dopo l’estate e il precampionato, ci sono sempre tante cose da sistemare. Poi però c’è sempre qualcosa che ti ricorda che questa non è una stagione uguale alle altre che l’anno preceduta».

Qualcosa del tipo?

«Vedi le pagine dell’House Organ, le nuove divise, leggi la Gazzetta dello Sport che dice “Tutti contro Sassari”. Insomma, questo scudetto lo vedi passare un po’ da tutte le parti. E allora realizzi che la Dinamo è la squadra detentrice e comunque abbiamo scritto un pezzo di storia che nessuno potrà mai cambiare».

Si è parlato tanto del fatto che che i nuovi non sentiranno la pressione. Ma come farete a non farla sentire a quelli che già c’erano l’anno scorso?

«Sicuramente è un tema importante che va affrontato. Sappiamo che certe cose possono essere inconsapevoli, del resto è anche umano che possano succedere ma sono tutti ragazzi intelligenti. Se mi consentite un paragone, noi siamo più o meno nella stessa situazione di chi dopo anni di attesa e tentativi infruttuosi scopre di aspettare il primo figlio. Quello che dobbiamo pensare è che in ogni caso potrà succedere altre volte».

A proposito: ha visto le statistiche di quante volte negli ultimi anni c’è stato un “back to back”, a parte il caso Siena?

«Non mi interessa, anzi, chi se ne frega proprio. Non sono mica le statistiche di tiro, che sicuramente sono più influenti e importanti per la nostra stagione. Sono consapevole del fatto che è difficile ripetersi ma certe statistiche per me non valgono nulla, sono troppo legate agli anni e al contesto sociale nel quale quei fatti si sono svolti. Credo che quest’anno abbiamo assemblato un buon gruppo e abbiamo cominciato perdendo di un punto in Supercoppa una partita che tutt’oggi mi rifiuto di commentare».

Siete tutti palesemente soddisfatti di quello che avete visto finora dal nuovo gruppo.

«Assolutamente. Guardiamo la Supercoppa: si è giocata tra due squadre nuove per nove dodicesimi e altre due vecchie per nove dodicesimi. Più o meno è come correre, sull’asciutto, un gran premio montando le gomme da bagnato contro chi ha le slick. Nonostante tutto, abbiamo rischiato di vincere. Noi pensiamo di avere le gomme giuste per arrivare fino in fondo, riparliamone tra qualche mese».

Cosa vuole dire ai tifosi alla vigilia?

«Niente di diverso da quello che ci siamo detti gli anni scorsi. La Dinamo e Sassari vivono di entusiasmo, dobbiamo solo continuare a mentenere i piedi per terra tutti quanti. Non è niente di speciale ma è la verità, con questi ingredienti possiamo ancora una volta andare lontano».

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