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«Una Dinamo con tante facce nuove»

di Roberto Sanna
«Una Dinamo con tante facce nuove»

Il gm Pasquini sul mercato: «Un gruppo che il 26 giugno ha vinto tutto non può avere la stessa fame a metà agosto»

02 luglio 2015
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SASSARI. La barba l’ha tagliata subito («Non ne potevo più...») per completare il voto fatto per i playoff, il telefono invece non l’ha abbandonato nemmeno per un istante ed è già sul mercato. Anche Federico Pasquini, general manager della Dinamo, deve ancora realizzare fino in fondo che cosa gli è capitato: «Penso che siano cose che cominci a gustare quando hai il tempo per stare un po’ da solo, sederti e riflettere. Adesso siamo ancora a mille, le giornate passano in unanosecondo – dice –. Merito anche mio? Merito di tutti, ognuno ha fatto la sua parte. Stefano Sardara è stato bravo a tenere tutti sempre allineati, Meo Sacchetti è riuscito a dare fiducia a tutti col suo modo di fare. E i ragazzi sono stati bravissimi a compattarsi quando le partite contavano. Di gara7 contro Milano ricordo non tanto l’azione di Sanders che ha mandato la partita all’overtime, quanto le facce che tutti avevano uscendo dal tunnel entrando in campo».

C’è stato un momento nel quale ha pensato che la stagione fosse ormai compromessa?

«Ho avuto veramente paura dopo gara1 a Trento, tanto che è lì che ho deciso di far crescere la barba... Dopo gara2 a Reggio non ero spaventato, ero arrabbiato».

Ha scelto quei giocatori e li ha seguiti da vicino: è stato davvero così estenuante e difficile?

«Alla fine no. Nel senso che erano tutti dei piccoli Fonzie, ragazzi che essendo giovani tendevano ad allargare la loro autonomia e a diventare pesanti quando erano insieme. Bisognava solo riportarli in carreggiata, non c’era quello insopportabile che distruggeva tutto. Per esempio, per quanto riguarda le riunioni di marketing e l’abbigliamento ho avuto molti più problemi l’anno scorso: quest’anno ho parlato una sola volta. C’erano tanti caratteri diversi da far convivere, sicuro, ma mi è dispiaciuto sentire che c’erano caratteri difficili perché non era assolutamente vero».

Parliamo di mercato: non sarete sicuramente impreparati sull’argomento.

«Ho cominciato a monitorare già dall’inizio dei playoff, chiaramente il discorso sulle coppe cambia tutto: è diverso se le fai o no, se fai l’Euroleague oppure l’Eurocup. L’Euroleague chiaramente è un vantaggio, attrae tantissimo e noi vogliamo sfruttarla per avvicinarci a un certo tipo di giocatori. Vogliamo far capire che può essere un punto di partenza importante per la carriera».

Si parla molto di Logan, di una sua possibile conferma che lui ha smentito: è già un caso?

«Nessun caso. Mi hanno fatto una domanda e ho risposto che David è il giocatore dal quale ripartirei, per tutta una serie di motivi. Chiaramente non cambieremo il nostro modo di essere, non ci sveneremo mai per un unico giocatore. Se si può fare bene, altrimenti troveremo un’alternativa».

Sembra di capire che vedremo diverse facce nuove.

«Normale anche per una questione di motivazioni: non riesco a immaginare un gruppo che il 26 giugno chiude la stagione vincendo tutto ripartire carico a metà agosto».

Vi accostano tanti nomi, compreso quello di Travis Diener che ogni tanto... resuscita.

«Per Travis è normale, è uno che ha fatto la storia. In assoluto dico che dei nomi che ci vengono accostati non ce n’è nemmeno uno che non mi piaccia. Adesso si tratta di lasciar decantare le cose e cominciare a muoversi».

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