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Esserci “per forza”, mezza Sassari ora cerca un posto

di Andrea Sini
Esserci “per forza”, mezza Sassari ora cerca un posto

Corsa per assicurarsi uno degli ultimi abbonamenti L’unica certezza è che oggi 4500 posti non bastano

01 luglio 2015
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SASSARI. Esserci è un’altra cosa. E se non ci sei, in questo momento a Sassari non sei nessuno. Chiamarla corsa a un posto in prima fila è riduttivo. Quella che la Dinamo ha aperto in questi giorni è la più attesa campagna abbonamenti della storia dello sport sassarese, e forse regionale.

Quattromilacinquecento posti da riempire, qualcosa di più di riffa e di raffa con le poltroncine del parterre, ma sottraendo chi è già abbonato e ha esercitato il diritto di prelazione (almeno 3700 persone), le tessere stagionali ancora disponibili si riducono a poche centinaia. Con migliaia e migliaia di richieste provenienti da mezza Sardegna. Senza contare le richieste più “pesanti”, che arrivano da sponsor e personaggi di spicco del mondo della politica e dell’economia.

Tutti pagano, al PalaSerradimigni, e molti altri vorrebbero pagare per potervi accedere, ma la verità è che in questo momento servirebbe un palasport di dimesioni quasi doppie rispetto a quello attuale.

Il modello Oldenburg sognato da Stefano Sardara (6000 posti e un impianto polifunzionale, dotato di varie attrazioni, oltre l’evento sportivo) al momento esiste soltanto nei sogni del presidente biancoblù e nelle carte che la società sassarese ha da tempo sottoposto all’attenzione dell’amministazione comunale.

La realizzazione di un nuovo impianto appare oggi come l’unico obiettivo non ancora centrato nel famoso progetto Dinamo 2018: le coppe, lo scudetto e un certo consolidamento dal punto di vista finanziario sono risultati già archiviati. Resta, appunto, la scivolosa questione del nuovo palazzetto.

Nel frattempo, dunque, la Dinamo dovrà continuare a fare di necessità virtù, mettendo in cassaforte l’ennesima stagione da tutto esaurito, con il fattore-palazzetto sempre fondamentale per costruire annate vincenti. Se i tifosi continuano a essere il primo sponsor del club biancoblù (un milione di euro tra abbonamenti e botteghino per la stagione regolare, un altro milione - più o meno - ha ballato per le 8 sfide dei playoff, senza contare gli impressionanti incassi di Club House e Store), è normale che oggi la Dinamo abbia qualche rammarico per non poter raccogliere e soddisfare la valanga di richieste provenienti da ogni angolo dell’isola.

La nuova sfida, al momento, potrà essere solo quella di avere il tutto esaurito anche in Eurolega (l’anno scorso il coefficiente di riempimento è rimasto spesso lontano dal cento per cento), sfruttando magari l’effetto traino dello scudetto per portare a Sassari ancora più spettatori del resto della Sardegna. Al momento gli abbonati provenienti da fuori Sassari sono oltre un centinaio e la sensazione è che il flusso sia in netta crescita.

La vera prova, per una città economicamente sofferente, sarà proprio questa. E in attesa che venga sbloccata la questione del nuovo impianto (o della ricostruzione di quello attuale, o del suo allargamento), con la Dinamo fresca di triplete c’è solo da attendersi nuove file chilometriche di fronte alla biglietteria non appena verranno messi in vendita gli ultimi abbonamenti rimasti. Il 4 luglio, sabato, è dietro l’angolo, e potrebbero vedersene delle belle.

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