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La Dinamo che verrà: per oggi è solo festa

di Roberto Sanna
La Dinamo che verrà: per oggi è solo festa

La società guarda al futuro: Meo è il punto di partenza

28 giugno 2015
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INVIATO A REGGIO EMILIA. The last dance. La conquista dello scudetto ha santificato una stagione complessa e in alcuni momenti molto difficile, contrassegnata da momenti bui e altri fantastici di un gruppo che ha saputo ritrovarsi sempre nei momenti decisivi mentre ha dato il peggio di sè quando le partite non mettevano in palio nulla più dei due punti e in teoria si potevano perdere senza danni. Resta il fatto che la Dinamo di quest’anno ha assemblato un gruppo di giocatori con l’istinto da killer, con l’assoluto rifiuto della sconfitta e la capacità di sollevare il livello del gioco nei momenti decisivi e la vittoria di tre trofei in una stagione ha sollevato ulteriormente le loro quotazioni e quindi gli ingaggi. Proprio per questo, e anche per il fatto che le valutazioni finali verranno fatte anche sulla base dell’intera stagione, sembra difficile che la prossima, che prevede l’ingresso in Euroleague dalla porta principale, possa ripartire da questo stesso gruppo.

Sul piede di partenza è sicuramente Shane Lawal, accreditato di un triennale da un milione di dollari col Barcellona. Magari non sarà a quei livelli, ma è certo che il lungo nigeriano è stato monitorato da società importanti e andrà alla ricerca di ingaggi altrettanto importanti. In realtà gli unici sicuri di restare sono Jack Devecchi e Brian Sacchetti, che hanno un contratto pluriennale e non si sposterebbero da Sassari per alcun motivo. Il capitano Manuel Vanuzzo ha sempre detto che deciderà di anno in anno, perché la vita da atleta gli piace molto, ma non ci sarebbe da stupirsi se decidesse di chiudere la carriera nel modo migliore. In partenza anche Matteo Formenti, arrivato a stagione già iniziata, e che comunque vorrebbe avvicinarsi alla famiglia a Desio. Così come Massimo Chessa, l’unico sassarese, il quale dopo un anno con tanta panchina andrà a cercare una squadra che gli dia minuti.

Da capire anche l’evolversi delle altre trattative, anche perché la gestione del gruppo è stata difficile. Solo David Logan è sempre andato liscio e non è detto che non gli venga fatta un’offerta per rimanere. Probabile invece che l’ingaggio di Rakim Sanders possa lievitare in maniera esagerata, a prescindere dall’idea di trattenerlo o meno, così come quello di Jerome Dyson per il quale vale lo stesso discorso. Jeff Brooks è piaciuto soprattutto dal punto di vista personale perché è stato il vero collante tra gli italiani e i tantri stranieri. Kenneth Kadji e Check Mbodi non hanno convinto fino in fondo e sarebbe strano rivederli, Edgar Sosa ha recuperato molto credito dopo aver rischiato il taglio ma una sua conferma dipende da diversi fattori.

La realtà, comunque, è che tutto è legato a due chiavi principali: la presenza o meno del coach Meo Sacchetti e il tipo di squadra da allestire per l’Euroleague anche in base all’esperienza di quest’anno. In generale, la gestione di questo gruppo è stata un’esperienza importante per la dirigenza, quasi una scuola. Alla fine la testardaggine ha pagato ma è chiaro che la prossima stagione sarà impostata in maniera differente. La svolta tecnica verso una squadra più fisica e atletica è stata sicuramente produttiva e la strada sarà questa. Il nodo del coach resta chiaramente essenziale. Meo Sacchetti ha un modo tutto suo di vedere il basket, dovesse arrivare un altro al suo posto le prospettive sarebbero totalmente differenti. Le voci di ogni genere si rincorrono, Sacchetti ha ancora tre anni di contratto e ha già detto che tocca alla società, che peraltro non lo ha mai messo ufficialmente in discussione, decidere.

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