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“Not in my house” e la sfida continua

“Not in my house” e la sfida continua

Riti e calore di una tifoseria che ci ha sempre creduto, il palazzetto non basta più

25 giugno 2015
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SASSARI. Il presidente Stefano Sardara a 18' dall'inizio del match saluta la super tifosa Susanna Campus, magliette bianche griffate Reale Mutua – sponsor del team sassarese – su ogni seggiolino a ribadire il concetto “Not in my house”. All'ingresso del PalaSerradimigni esposto lo striscione #iostocoiminatori, mini presidio anche nello spazio antistante il palazzetto per i lavoratori della miniera di Bauxite di Olmedo, con il pubblico biancoblù a stringersi attorno a loro in questa battaglia per il lavoro. Applausi all'ingresso della squadra di casa, manone giganti in settore D, presente la solita pattuglia da Reggio. Fortissima l'attesa, spietata la caccia al biglietto, che oltre agli abbonati coperti dalla prelazione ha coinvolto, sin dal tardo pomeriggio di martedì, alcuni temerari e fortunati fan arrivati in via Nenni da tutta l'Isola. Il Fan Club Oliena si presenta al palazzetto a bordo di un camioncino scoperto, con palloncini e sirena spiegata. Sale ovunque in piazzale Segni, “Noi vogliamo questa vittoria” il coro lanciato dal Commando. Prima standing ovation chiamata a 8' dall'inizio, e il pubblico salta, perché ci crede. Fischi assordanti alla presentazione di Reggio, il portiere del Paris Saint Germain Salvatore Sirigu da Siniscola e il sardo da Nba Gigi Datome da Olbia tifano Dinamo dal parterre: il soldout è totale, non è solo una certezza, è un fatto d'orgoglio e di volontà. Abbraccio fra Shane Lawal e coach Menetti, applauso di Dyson sotto la gradinata D, le flessioni di Della Valle in gara5 costano al biancorosso la valanga di fischi, Dyson è benzina sul fuoco del tifo, che resta acceso, e non si spegne. Ma non si spegne nemmeno la Grissin Bon: è battaglia in Piazzale Segni. Frizioni, pur sotto controllo, fra tifoserie. Bolgia indiavolata al terzo quarto, il match è intenso ma ancora senza padrone. Estenuante punto a punto, aria elettrica. A inizio ultimo periodo è “Chi non salta non ci crede”, la montagna è ancora da scalare, Lawal è idolo delle folle. Sardara incita la sua gente, decibel alle stelle. “Dinamo Dinamo” urla il palazzo: supplementare. Tutto d'un fiato, sempre in apnea. Gli sguardi seguono l'interminabile azione di Jerome Dyson, che alla fine schiaccia e scaccia la paura: 90 pari. Secondo overtime. Poi arriva anche il terzo. Il finale è tutto un romanzo, l'ultimo capitolo è ancora da scrivere. E alla fine i giocatori reggiani escono tra gli applausi dei tifosi sassaresi. Davvero un bel finale.

Giovanni Dessole

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