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Parla Stefano Sardara: «La parola scudetto per noi non è tabù»

di Andrea Sini
Stefano Sardara, presidente della Dinamo Sassari
Stefano Sardara, presidente della Dinamo Sassari

Il presidente della Dinamo Sassari vive in maniera intensa l’avventura della finale ma si sforza di non farsi trascinare dagli eventi: «Comunque manteniamo i piedi per terra»

14 giugno 2015
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SASSARI. «Non abbiamo nessuna paura di pronunciare la parola scudetto. Ma lo facciamo tenendo i piedi ben saldi per terra».

Stefano Sardara vive in maniera estremamente intensa l’avventura della sua Dinamo in finale ma si sforza di non farsi trascinare dagli eventi. «Ho ordinato vagoni di ghiaccio da spargere qua attorno – dice il presidente biancoblù – perché il clima a un certo punto della serie con Milano si è fatto bollente. Devo ringraziare due volte i tifosi, che sono il nostro primo sponsor e che ci danno un grande sostegno, ma dobbiamo stare attenti a non farci prendere la mano».

In che senso? «Dopo le sconfitte di gara 5 e gara 6 ho letto una marea di cose sui social, dagli arrabbiati agli scontenti, e mi si è aperto davanti un mondo. Ragazzi, stiamo un attimo calmi – avverte il primo dirigente biancoblù –: il nostro progetto va avanti grazie all’entusiasmo, ma io in quel momento ho rivisto un film alla Oronzo Canà. Un presidente tirato per la giacchetta per acquistare una stella, il passo che diventa più lungo della gamba e poi poco dopo i libri contabili finiscono in tribunale con i conti in rosso. L’unica certezza è che l’anno prossimo saremo ancora qua. È anche per questo che possiamo goderci questo momento con grandissima serenità. Io ho vissuto da dirigente la promozione del 2010 e non me l’avevo goduta appieno, perché da dentro sapevo che ci sarebbero state difficoltà».

Il risultato della finale scudetto cambierà in qualche modo i programmi societari per il futuro? «Assolutamente no – dice Sardara, che lascia intuire come “l’indirizzo” per la prossima stagione sia stato già deciso –. Noi nel 2011acquisendo la società abbiamo fatto un progetto a medio termine sino al 2018. Solo che gli eventi ci hanno superato: quest’anno abbiamo vinto due coppe, siamo in lizza per lo scudetto e quindi è chiaro che il 2018 è diventato il 2015».

Ci si avvia dunque a chiudere un ciclo, pare di capire. «Di fatto sì – conferma Sardara –, ma questo non significa che abbiamo in programma una rivoluzione. Sembra incredibile, ma delle società che in questo momento sono in serie A nessuna ha vinto come noi negli ultimi 10 anni. C’è riuscita solo Siena, che poi è stata cancellata. E io sono sempre stato dell’idea che un’azienda vada cambiata quando vince, non quando perde».

Dopo la vittoria in Supercoppa, in avvio di stagione, e in Coppa Italia, a febbraio, la Dinamo va dunque all’assalto del titolo tricolore, che completerebbe uno storico e clamoroso tris. In casa Dinamo non si soffre di vertigini. «No, assolutamente, come ho detto prima ci stiamo godendo questo bellissimo momento con grandissima serenità, perché non abbiamo costruito un castello di carte ma abbiamo basi solide. Dobbiamo restare umili ma allo stesso tempo sappiamo di potere arrivare sino in fondo. Non vogliamo essere mediocri – conclude Sardara –, per questo possiamo tranquillamente pronunciare la parola scudetto. Ormai siamo qua e proveremo a vincere anche questa serie».

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