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Il Banco a Milano per vivere un sogno

di Roberto Sanna
Il Banco a Milano per vivere un sogno

I biancoblù sono in vantaggio 3-1 sull’Armani: una vittoria e sarà finalissima. Non ci sarà Hackett squalificato per 2 giornate

06 giugno 2015
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SASSARI. L’ultimo passo è sempre il più faticoso e anche quello più gratificante. Il Banco ritorna oggi (ore 18,15) sul parquet del Forum di Assago con la semifinale dei playoff di basket che ha avuto una svolta sulla quale in pochi avrebbero scommesso: Armani Milano 1, Dinamo 3. I biancoblù ora hanno due match-ball per non giocarsi tutto nella roulette di una gara7 imprevedibile e giocano il primo sull’onda di due partite straordinarie giocate al PalaSerradimigni. La serie sembra nelle loro mani ma non è proprio così, c’è poco da fidarsi, Milano fa sempre paura e batterla è sempre un’impresa.

Not in my house. Il tenore delle dichiarazioni di Alessandro Gentile sono su questo piano, il richiamo all’orgoglio del capitano dell’Olimpia che vuole evitare l’umiliazione di doversi scucire lo scudetto davanti ai suoi tifosi. Certamente l’ambiente a Milano è bollente nei confronti di una squadra che, partita per migliorare i risultati dell’anno scorso, è costata 16 milioni di euro e dopo aver fallito sul fronte coppe si ritrova con le spalle al muro in campionato. Gentile, in queste quattro partite, ha dimostrato di essere un grande giocatore e di battersi per la causa. Non così gli altri, bisognerà vedere se l’orgoglio del capitano sarà in grado di dare la scossa alla squadra nel giorno più difficile. Hackett non ci sarà, sconterà entrambe le giornate di squalifica rimediate dopo l’assurda sceneggiata di giovedì a Sassari. Il suo posto in quintetto verrà preso da Ragland e questo cambia le carte del match.

L’ultimo passo. Una serie contro una grande squadra non è chiusa finché non vinci quattro partite. La Dinamo non deve farsi prendere dalla frenesia e nemmeno cadere nell’errore opposto, ciè pensare che comunque vincerà una delle prossime tre partite. Deve invece entrare in campo con la stessa mentalità delle precedenti quattro partite e che l’ha portata fin qui. Giocare in trasferta, se da un lato metterà i biancoblù di fronte a 10mila tifosi milanesi, dall’altro può portarli fuori da un ambiente euforico e carico di attesa. In più il Forum non è certo un campo nemico, anzi, è un impianto carico di grandi ricordi. E poi c’è Meo Sacchetti, un valore aggiunto quando si tratta di tenere gli uomini sereni.

La pressione. Indubbiamente tutto congiura contro Milano. Intanto il nervosismo, emerso già al termine di gara1, sale continuamente di tono. E forse giocare in casa, in un ambiente palesemente scontento, può non essere un vantaggio. Poi c’è il fatto che il bilancio con la Dinamo è ormai pesantemente in rosso per l’Armani, che ha dominato a mani basse la regular season ma quest’anno è stata battuta cinque volte dalla squadra di Meo Sacchetti, che in questi playoff ha tirato fuori anche un’insospettabile propensione al gioco fisico e alle bastonate. E c’è anche la sensazione che il gruppo biancorosso possa essere a fine corsa, con molti giocatori che prenderanno strade diverse e altri al di sotto dei loro i standard. In tutto questo, la Dinamo può infilarsi per sbriciolare le poche certezze degli avversari. In compenso deve stare molto attenta a non rianimarli. In gara2, pur perdendo, ha lasciato chiaro il messaggio di essere presente e infatti ha ribadito il concetto nei due match sassaresi che hanno fatto svoltare la serie.

La partita. Senza Hackett cambiano molte cose dal punto di vista tattico. Milano perde molta fisicità, leadership e attitudine vincente, in compenso Ragland è un giocatore che offensivamente ha sempre dato molto fastidio alla Dinamo. La risposta giusta può essere Dyson, che in gara3 lo ha attaccato caricandolo di falli e facendolo uscire presto dal match. Gara5 è anche una partita dove la fatica può cominciare a incidere seriamente e a fare la differenza possono essere gli uomini che escono dalla panchina. Milano pesca sempre talento (e stipendi) altissimi con Brooks e Kleiza, che finora non hanno inciso ma restano due giocatori di grande qualità. La Dinamo ha il grande cuore degli italiani e un Sosa che ha nelle mani le giocate per fare la differenza, e ancora una volta Mbodj sarà chiamato a superarsi contro Samuels. La strada per la vittoria resta comunque la solita: rimanere aggrapati alla partita fino all’ultimo quarto. E poi giocare da Dinamo.

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