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I giganti biancoblù viaggiano sulle spalle dell’intera Sardegna

di Giovanni Dessole
I giganti biancoblù viaggiano sulle spalle dell’intera Sardegna

Dal PalaSerradimigni al Forum, monta la marea del tifo Baz e Geppi Cucciari tra i vip contagiati dalla febbre

06 giugno 2015
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SASSARI. É il tempo dei pronostici fatti sottovoce, delle scommesse suggellate da video fatti a tarda sera con il cellulare. È il tempo del “non succede, ma se succede...”, dei desideri, di una preghiera affidata ai dodici giganti sassaresi, che sulle spalle, oltre all'immagine dei “colleghi” di Mont'e Prama, portano una città, una regione e una buona fetta d'Italia.

Perché sul continente in tanti tifano Dinamo, spalleggiano il Davide made in Sardegna che s'è fatto grande contro il colosso Golia, l'EA7 Olimpia Milano. Edicole, supermercati, piazze e bar: Il biancoblù la fa da padrone nel venerdì di Sassari e dell'isola, non si parla d'altro, non si fa altro che sfogliare giornali e ricordi per rivivere i momenti della gara che, oggi, vale il 3-1 con bocciata a disposizione.

Gara4. Un passo indietro, sino a gara4. Piazzale Segni a oltre un'ora dall'inizio dei giochi è già stracolmo. In tanti arrivano a piedi, i posti al palazzetto sono tutti numerati ma l'andatura è accelerata, e man mano che ci si avvicina agli ingressi diventa quasi corsa. Tante le t-shirt bianche playoff, tanti anche i campanacci, a richiamare non soltanto l'attenzione ma anche il suono delle pecore al pascolo, uno dei tanti leitmotive di questa serie. Lo striscione “Nothing is impossible for those who believe” è invito alla speranza misto a orgoglio.

Tutti tifosi. Palazzetto, tribuna stampa e parterre sono sold out. Ci sono i rappresentanti delle autorità locali, regionali e militari. Abbarbicato in cima ad una curva c'è anche Baz, comico che si regala un selfie con bicchieri alla mano e PalaSerradimigni alle spalle, dal suo posto il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau in maglietta celebrativa d’ordinanza si sporge per un fischio arbitrale non gradito e nel parterre non è voluta mancare Geppi Cucciare, mentre la “madrina” Elisabetta Canalis partecipa via twitter alla festa.

Spalti biancoblù. La carica dei 5000 prima scarica un'immane caterva di fischi sugli avversari dell'EA7, quindi risponde con il boato a ogni singola chiamata dello speaker alla presentazione Dinamo. Sugli spalti gli sguardi sono tesi come i muscoli che si rilassano però ad ogni canestro, rimbalzo, recupero. Con lo scorrere dei minuti il clima si fa torrido, il pubblico scende virtualmente in campo e diventa fattore. I cori salgono alti, il dj fa andare “Faccia di Trudda” e scatena l'entusiasmo dei tifosi, con tanto di commento esplicativo in diretta nazionale offerto alla platea di telespettatori dai telecronisti di RaiSport. Ci sono anche una decina di tifosi Olimpia, a Milano quelli biancoblu erano molti di più.

Dopo partita. Sirena finale, giro di campo, standing ovation. A tarda sera l'onda biancoblù ancora non si placa. In piazzetta Dinamo i tifosi festeggiano la vittoria. I giocatori arrivano in Club House fra scatti e abbracci. Volano via fusti e gelide birrette. Il presidente Stefano Sardara indossa una maglia autografata dai supporter del settore D, quella con sopra la 500 guidata dal roster di Meo Sacchetti e spinta dai 5000 del palazzetto (e non solo). Luci e musica si spengono, ma in pochi riescono a dormire, lo dicono i social network invasi da fiumi in piena di post e immagini sino alle prime ore del mattino.

Road to Milano. Per gara5 il popolo biancoblu è pronto ad una nuova mobilitazione. In tanti sorvoleranno ancora una volta il Tirreno, per unirsi ad altri in arrivo da ogni parte della penisola. Impossibile quantificare, ma ci saranno, saranno tanti, e si faranno sentire anche al cospetto della muraglia rosso Armani. Subito dopo il match un volo Meridiana riporterà dirigenti, giocatori, staff e tifosi sull'Isola.

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