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Il Banco scivola anche a Reggio e dice addio al secondo posto

di Andrea Sini

I biancoblù perdono il filo nel momento del massimo vantaggio e non recuperano La Grissin Bon e l’Umana Venezia volano a +4, attenzione ora alla rimonta di Trento

13 aprile 2015
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INVIATO A REGGIO EMILIA. Il suicidio perfetto è quello che arriva quando tutto gira per il verso giusto e ci sarebbe solo da premere sull’acceleratore. È quello del pugile che non dà il colpo del ko a un avversario che sta ballando pericolosamente sulle corde. La Dinamo fa harakiri nella bolgia del PalaBigi e finisce per farsi travolgere 74-66 da una Grissin Bon Reggio Emilia assai più determinata e cattiva. I sassaresi di coach Sacchetti vedono gli emiliani volare via, appaiati al secondo posto alla Reyer Venezia. Un secondo posto che ora dista 4 lunghezze e a 4 gare dalla fine della stagione regolare sembra sfumare via definitivamente. E ora c’è anche da guardarsi le spalle per difendere il quarto posto dall’assalto di Trento.

Il suicidio. Dopo due quarti da film horror, da entrambe le parti, il momento chiave del match arriva nelle prime battute del terzo quarto: sul +7 (27-34) per la Dinamo, Kaukenas perde palla e si fa fischiare un fallo tecnico; coach Menetti protesta e se ne vede fischiare un altro. I sassaresi avrebbero in mano l’arma per uccidere il match, ma non segnano neppure un punto e, anzi, da quel momento, Reggio Emilia si scatena, trascinata dal pubblico, piazzando un break di 22-4 (49-38). L’interzia cambia in maniera definitiva e i sassaresi non torneranno più in partita.

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Attenuanti e aggravanti. Jerome Dyson in settimana non si era mai allenato per un problema muscolare. Edgar Sosa rientrava in campo dopo una vita. Ma al di là degli oggettivi problemi in cabina di regia, alla Dinamo è mancata la lucidità nel scegliere le soluzioni giuste, come ha fatto notare coach Sacchetti. C’è anche da dire che gli emiliani non avevano Mussini e Cervi, e a questo si aggiunga il fatto che i sassaresi non sono riusciti a sfruttare i problemi di falli dei lunghi reggiani e si sono lasciati andare a ingenuità incomprensibili, come quella di Dyson nel finale del terzo quarto.

La partita. Il primo quarto, come detto, è roba da vietare ai minori e a chi non ha mai visto una partita di basket in vita sua. Gli errori si sprecano da ambo le parti e dopo 7 minuti e mezzo il punteggio è ancorato a un irreale 5-3. La Dinamo segna un solo canestro su azione in 9’30” e arriva a fine primo quarto sul +1 solo grazie a un canestro “da 4” (tripla più fallo) di Brian Sacchetti (11-12). Si procede a strattoni (18-20 al 13’), Lavrinovic commette il suo terzo fallo ed esce di nuovo dal match. Sul -4 (25-21), Sacchetti richiama i suoi per parlarci su e dal timeout esce fuori un’altra Dinamo, che con Lawal e Sanders piazza un break di 7-0 (25-28 a 2’39”), che diventa 10-2 (27-31 all’intervallo) grazie ancora al centro nigeriano. L’avvio di terzo quarto è da fuochi d’artificio: Logan colpisce subito dai 6,75 e la Dinamo vola a +7. Poi dopo i due falli tecnici il match cambia improvvisamente: l’8-0 immediato dei reggiani diventa 17-2 grazie a Diener e Kaukenas (44-36 al 26’), con la Dinamo incapace di reagire.

Reggio difende con la bava alla bocca e in attacco è ordinata quanto basta: la Dinamo è nel tunnel e al 30’ è-11 (51-40), grazie all’ingenuità di Dyson. La squadra di Menetti controlla e sul 54-40 la Dinamo ha l’ultimo scatto di orgoglio: Sacchetti junior dà qualcosa in più in difesa e dall’altra parte Sanders, Lawal e Sosa confezionano un break di 7-0 (54-47). Lo slancio si esaurisce sulla palla del -5 gettata via da Sosa, che rimette in moto il motore dei padroni di casa e chiude di fatto il match: Silins e Kaukenas mettono le ali ai piedi di Reggio, che gioca sul velluto e tocca il +15 (72-57). L’orgoglio di Logan (11 punti nell’ultimo quarto) permette alla Dinamo di salvare la faccia e la differenza canestri dell’andata (+13). Se servirà a qualcosa o meno, lo diranno le ultime quattro partite.

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