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Varese ai piedi di Edgar Sosa Il Banco vince nella bolgia

di Roberto Sanna
Varese ai piedi di Edgar Sosa Il Banco vince nella bolgia

I biancoblù la spuntano dopo due tempi supplementari tirando 59 volte da tre punti Il dominicano protagonista assoluto con 40 punti, Jerome Dyson chiude con 30

27 dicembre 2014
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SASSARI. Esiste il basket, poi c’è il basket secondo Meo e molto spesso ha ragione lui. Il Banco vince in trasferta senza tre uomini fondamentali, con Logan in cattive condizioni fisiche, chiudendo il secondo supplementare senza Lawal e Dyson in panchina con cinque falli. Lo fa utilizzando senza pudore il tiro da tre punti, riscrivendo le statistiche della specialità: 59 tiri (con 23 centri) da dietro l’arco, quasi il doppio dei 33 da due punti. L’eroe del giorno è Edgar Sosa, 40 punti tondi tondi con 10/15 da tre, tutti nei momenti cruciali di una partita che le due squadre si sono giocate a viso aperto mettendo a serio rischio le coronarie degli spettatori. Gianmarco Pozzecco è l’allievo e si vede, prova a battere il suo maestro con le stesse armi e anche lo stesso vice storico (Ugo Ducarello), ma Meo in certe situazioni ha qualcosa in più. Non si sa cosa faccia e soprattutto come faccia, eppure le sue squadre riemergono da situazioni disperate e si portano a casa le partite. E questa, davvero, vale il doppio (e qualcosa di più).

Gli eroi visibili. Edgar Sosa su tutti. Segna 40 punti con 10 triple, tutte quando servivano. Lo fa anche con tutto il tifo di Masnago contro, dopo un gestaccio che poteva tranquillamente evitarsi costato un fallo tecnico e probabilmente ennesimo episodio di cattivi rapporti nati quando il dominicano giocava a Biella. Prima di lui la sparatoria l’aveva avviata Jerome Dyson, 22 punti e 5/7 da tre all’intervallo, 30 e 6 rimbalzi alla fine. E Shane Lawall aveva lottato come un leone sotto i tabelloni, uscendo esausto con una doppia doppia (19+11) condita da 4 stoppate e 5 schiacciate.

Gli eroi invisibili. Quelli che fino a questa catena di infortuni avevano giocato poco e niente e che una volta in campo hanno messo l’anima per consentire alla Dinamo di non crollare nel momento più duro: Massimo Chessa, Matteo Formenti, Brian Sacchetti. Soldati ligi al dovere che lottano come se non avessero un domani, perché sanno che col rientro dei titolari torneranno in panchina.

Subito di corsa. Per Meo Sacchetti era una partita dai tanti intrecci sentimentali: capitano di Varese da giocatore, coach di Pozzecco a Capo d’Orlando nell’ultimo anno da giocatore della Mosca atomica, capo allenatore storico di Ugo Ducarello diventato ora l’assistente di Pozzecco. Tutto spazzato sul parquet, dove nei primi due quarti le due squadre hanno corso e tirato all’impazzata e il Banco ha immediatamente preso il comando: 15-6, 21-12, 28-21 alla prima sirena. È il momento migliore di Dyson, che fa quello che vuole. Il Banco nel secondo quarto corre e fa canestro, difende male sul pick and roll, comincia ad avere problemi di falli con Lawal e Mbodj. Sosa scalda subito l’ambiente, mette due triple di fila e tornando in difesa fa un gestaccio. Fallo tecnico e da quel momento è nell’occhio del ciclone in tutti i sensi. E la cosa non gli dispiace per nulla.

Le emozioni. Dall’intervallo in poi succede di tutto. Un terzo quarto nel quale il Banco segna pochissimo (primo canestro dal campo dopo 6’) e finisce indietro (51-54). Poi controsorpasso (63-58, 76-71) ma nell’ultimo quarto si mette male: 81-86 a 1’23’’ dalla fine, palla a Varese dopo un errore di Dyson. Sembra finita, invece Formenti si prende uno sfondamento, Lawal mette due liberi, Sosa impatta con una tripla. Varese ha l’ultima palla, tira due volte e sbaglia. Primo overtime, il Banco va sotto 92-93 e risale 96-94, Varese pareggia, Dyson in entrata sbaglia l’appoggio al tabellone. Secondo overtime, il Banco scatta ancora avanti (102-98, 110-103) e non si volta più.

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