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Riecco Dyson: «Ma non è finita qui»

di Andrea Sini
Riecco Dyson: «Ma non è finita qui»

Finalmente una grande gara del play americano: «Sono felice della prestazione, ma ora cerco anche la continuità»

24 dicembre 2014
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SASSARI. Se fosse solo per le cifre, ci sarebbe da sgranare gli occhi e grattarsi la testa in attesa di conferme. La sfida con Reggio Emilia ha restituito alla Dinamo il miglior Jerome Dyson, ma gli elementi più interessanti non sono tra le voci riportate nelle statistiche. Perché la costante pressione in difesa vale quanto un buon bottino di punti, un assist per un compagno in un contropiede aperto vale più di un bel canestro. E soprattutto la faccia, la faccia giusta, indica che il giocatore più atteso forse è davvero uscito dal tunnel.

«Non so se fosse un tunnel o qualcosa di simile – dice Jerome Dyson –, di sicuro non è stato un bel periodo ma io non ho mai smesso di impegnarmi per giocare al meglio. Abbiamo vinto una partita dura e sono felice della mia prestazione. Certo, sarà un bel Natale».

Una incredibile quadrupla doppia sfiorata (25 punti, 10 rimbalzi, 9 assist e 8 falli subiti), una valutazione complessiva (41) che rappresenta il primato personale e tante giocate super sono la risposta dell’ex giocatore di Brindisi a un periodo nero. Nel quale le sue prestazioni scadenti hanno condizionato la Dinamo e costretto coach Sacchetti a modificare pesantemente le rotazioni. Anche se una prestazione da star non cancella alcuni disastri precedenti. «Fisicamente sto bene e sinora non ho avuto problemi particolari – spiega il numero 11 biancoblù –, non saprei dire esattamente cosa è successo. Nello sport può capitare un periodo negativo e non ci dev’essere per forza una ragione specifica. Io ho cercato di non perdere la fiducia, di non farmi condizionare dal fatto che la palla non entrava. Stavolta è andata molto meglio, ma è stata soltanto una partita e ora ho bisogno di dare continuità alle mie prestazioni. È chiaro che giocare bene aiuta».

Contro Reggio Dyson ha segnato 7 punti nel primo minuto e mezzo di gioco. Dopo è stato tutto più facile. «Ho cercato di metterci più intensità, di dare una mano in difesa e di spingere la palla avanti più forte che potevo in attacco – racconta il play originario del Maryland –. Sono tutte cose che vanno insieme, perché senza una buona difesa non riusciamo ad attaccare nel modo migliore. La risposta alle critiche? Il basket è fatto di alti e bassi, ma la stagione è lunghissima le valutazioni vanno fatto a più ampio raggio. L’impegno non è mai mancato, ma stavolta per fortuna avevo davvero qualcosa di più».

È evidente che nel recente periodo nero della Dinamo Dyson non sia stato l’unico problema. Però, insomma... «So quale è il mio ruolo all’interno della squadra e mi prendo le mie responsabilità – dice – ma forse dall’esterno la situazione che si percepiva era molto peggio della realtà. Siamo un buon gruppo, con tanti giocatori di valore. Dobbiamo essere intensi e passarci la palla. Possiamo tutti migliorare, ma sono convinto che la Dinamo non debba avere paura di nessuno». Se Jerome Dyson gioca sempre a questi livelli, non c’è dubbio.

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