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Troppa Juve per questo Cagliari

di Roberto Muretto
Troppa Juve per questo Cagliari

I bianconeri chiudono la partita in un quarto d’ora con Tevez e Vidal, poi è solo accademia

19 dicembre 2014
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INVIATO A CAGLIARI. Per battere Golìa, Davide avrebbe dovuto avere coraggio. Quello che il Cagliari ha lasciato nello spogliatoio spianando la strada alla Juventus. I rossoblù sono entrati in campo spaventati. Troppo timore reverenziale nei confronti dei campioni d'Italia. Forse nemmeno i bianconeri si aspettavano di fare una passeggiata al Sant'Elia. Dopo poco più di un quarto d'ora la pratica era archiviata. Due gol di vantaggio (Tevez e Vidal) che hanno consentito alla squadra dell'ex Allegri di dosare le energie in vista del sfida si Supercoppa, lunedì a Doha contro il Napoli. Perdere contro i primi della classe ci sta ma dagli uomini di Zeman ci si aspettava molto di più, almeno sul piano della determinazione agonistica. La squadra è sembrata bloccata e anche le scelte del boemo non sono sembrate appropriate. Capuano e Benedetti non hanno quasi mai passato la metà campo, facendo mancare la spinta che solitamente garantiscono Balzano e Avelar non proprio a loro agio a centrocampo, soprattutto il primo. Arriva la quinta sconfitta in casa che pesa come un macigno. Relega il Cagliari sempre più in basso e mette di nuovo in discussione la panchina di Zeman. Mangerà il panettone in Sardegna? Forse sì ma la società deve tornare sul mercato. Forse è stato un azzardo puntare su troppi giovani, è necessario correre ai ripari. Dopo la sosta sbagliare ancora potrebbe avere conseguenze irreparabili.

Rivoluzione. Zeman spiazza tutti. Cambia il modulo e schiera una formazione che nessuno alla vigilia aveva previsto, passando al 4-4-2. E' una squadra imbottita di difensori. Resta fuori Crisetig, bocciato dopo la brutta prova di Parma. Benedetti e Capuano sono gli esterni difensivi, mentre Balzano e Avelar avanzano sulla linea di centrocampo, Cossu e Ibarbo le punte. Allegri, invece, conferma la formazione annunciata. Lascia fuori Pogba, tenendo Pereyra alle spalle degli attaccanti Tevez e Llorente.Avvio choc. La Juventus impiega 3' per sbloccare la partita. Tevez approfitta di una disattenzione della difesa (forse c'è un fuorigioco millimetrico di Chiellini) e mette dentro da due passi. Il Cagliari è colpito e quasi affondato. Prova a reagire (paratona di Buffon su Ekdal) ma di fronte c'è un avversario solido che non arretra di un millimetro. E dopo una manciata di minuti raddoppia con Vidal (tiro a giro dal limite dell'area, Cragno non è immune da colpe) mettendo la gara in ghiaccio. Il ritmo cala, la Juventus si limita a far girare il pallone e non affonda.

Colpo del ko. Zeman si gioca in avvio di ripresa la carta Donsah e arretra Balzano che torna a fare il difensore. Passano pochi minuti e Llorente scrive la parola fine segnando un gol sul quale sia Ceppitelli che Cragno hanno grandi responsabilità. Il resto è solo accademia, con la Juventus in cattedra e il Cagliari incapace di produrre una reazione. Una squadra che del calcio zemaniano non ha fatto vedere nulla, anche se ieri il mister boemo ha un po' "ripudiato" il suo credo schierando una squadra molto difensiva. Aveva detto che i suoi se l'avrebbero giocata ma lo schieramento iniziale ha mandato un messaggio chiarissimo agli avversari: noi speriamo di non prenderle. E i bianconeri lo hanno recepito affondando nel burro di una difesa disattenta, poco protetta dal centrocampo. Nella ripresa si sarebbe dovuto vedere un Cagliari con la bava alla bocca, invece solo nei minuti finali i rossoblù ci hanno provato con un po' di convinzione . Troppo poco. La sosta servirà per riordinare le idee. In tutti i sensi. Non sono da escludere clamorosi colpi di scena.

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