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Tanti elogi ma i conti non tornano

di Roberto Muretto
Tanti elogi ma i conti non tornano

Il Cagliari gioca bene ma è quint’ultimo. Gli errori difensivi condizionano lo score dei rossoblù

25 novembre 2014
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INVIATO A NAPOLI. Forse ha ragione Zeman quando dice che l’essenza del calcio è il gol. Ma c’è il rovescio dellamedaglia. Vai a guardare la classifica dopo dodici giornate e vedi che il Cagliari ha raccolto solo 11 punti e si trova in una posizione scomoda. Tutto questo a dispetto di una squadra che sicuramente gioca bene, sta cambiando mentalità, ma ogni tanto si assenta dal campo e si offre all’avversario, oltre a commettere imperdonabili errori difensivi. Non sono solo quelli commessi a Napoli, la storia di questo campionato racconta che i rossoblù avrebbero potuto stare tranquillamente a centro classifica (forse anche un po’ più avanti) se il livello di attenzione in difesa fosse stato più alto. Punti lasciati per strada che pesano e non poco. Ogni partita per il Cagliari diventa un crocevia, è vietato perdere per non precipitare. Un peso psicologico che alla lunga potrebbe trasformarsi in un fardello. Ecco perché è necessario, quanto prima, far crescere un bottino finora magro.

Pregi. Intanto la squadra sta maturando sotto il profilo della personalità. Il pareggio di Napoli, dopo essere stati sotto di due gol, è la conferma che il lavoro di Zeman comincia a dare frutti. Il Cagliari fa circolare velocemente la palla, gli inserimenti sulle fasce sono costanti, così come i “tagli” dall’esterno. Movimenti che mettono a soqquadro le difese avversarie. C’è una crescita anche sotto porta. Si segna di più, anche se ancora il livello di cinismo in zona gol non è ottimale . A questo si deve aggiungere che alcuni giocatori (Crisetig, Farias e Balzano su tutti) stanno valorizzando le scelte di mercato che l’allenatore ha suggerito alla società. Note positive ancora non sufficienti per fare quel salto di qualità di cui si parla tanto.

Difetti. La difesa, a volte, fa acqua. Non è solo il reparto sotto accusa, ma tutto l’apparato della squadra, che spesso si dimentica di essere corta, compatta e si distrae. A Napoli è stato addirittura subito un gol da un fallo laterale. Zeman ha minimizzato ma sa bene che si tratta di un errore gravissimo. Il gioco del boemo è dispendioso, implica sacrifici. Se ci si rilassa o comunque si corre poco e male, si va incontro a imbarcate e recuperare diventa impresa titanica che non sempre riesce (vedi le gare con Atalanta e Torino).

Samba. Un passo lo ha accennato Diego Farias dopo il secondo gol segnato al San Paolo. Il brasiliano è un giocatore fortemente voluto da Zeman che ha detto: «Quando l’ho fatto acquistare, sapevo che poteva dare tanto. Se gioca senza paura e fa le cose semplici, evitando, per esempio, di portare troppo palla, può dare un contributo importante». Sul giocatore Zeman ha puntato contro gli azzurri ed ha avuto una grande risposta. Ha segnato una doppietta ed è stato prezioso in copertura. Una faticaccia, tanto che ha finito con i crampi. Ora serve continuità di rendimento per ritagliarsi maggiori spazi e la concorrenza è tanta ed agguerrita.

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