La Nuova Sardegna

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Ancora Dinamo, ma quanta fatica!

di Roberto Sanna
Ancora Dinamo, ma quanta fatica!

I sassaresi piegano Avellino dopo 40 minuti combattuti punto a punto, decisiva una tripla di Sanders nell’ultimo quarto

25 novembre 2014
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SASSARI. Un po’ di forza, un po’ (anzi tanto) di volontà. Una di quelle vittorie che, a prescindere da tutto, valgono il doppio perché arrivata in una giornata difficile, con l’attacco che girava male e contro una squadra di alto livello come la Sidigas Avellino. Il Banco l’ha portata a casa con un ultimo quarto nel quale ha riscoperto lo spirito di gruppo e la difesa, giocando col quintetto piccolo, mettendo a sedere gente importante (Dyson e Brooks). Lo ha fatto uscendo da un terzo quarto terribile nel quale aveva segnato appena 13 punti, vincendo l’ultimo parziale 23-12 nonostante la marea di errori dalla lunetta (11/22 totale, 6/13 solo nell’ultimo parziale) e con lo stesso numero di palle perse e assist (15). Serviva qualcosa in più dei numeri, qualcosa di diverso e alla fine è venuto fuori. Dei problemi e dei singoli si può discutere a bocce ferme, farlo dopo aver vinto una partita così aiuta a essere più sereni.

Andamento lento. Il Banco ha vinto con la difesa anche perché in attacco ha giocato davvero male e, sfidato a viso aperto in un primo tempo a punteggio alto, ha sofferto l’impossibile. Questo perché non riusciva a correre e quindi a costruire break, con troppi canestri frutto di iniziative personali o pure invenzioni: appena 5 assist a metà gara contro i 14 degli avversari, che con Harper (16 punti nei primi 20’) hanno subito messo in crisi Brooks. Il Banco si è tenuto a galla con Logan (16 all’intervallo), che nonostante le palle perse è stato l’unico produttivo in attacco. A disagio anche Lawal, portato su ritmi non suoi, mentre Dyson ha rischiato di essere il protagonista di uno psicodramma e Sosa, lanciato in quintetto, ha fatto davvero il play e ha saputo prendersi le sue responsabilità nei momenti delicati nonostante da fuori (1/5) abbia spadellato alla grande. Chi sta andando avanti come un carro armato è sempre Rakim Sanders, che ha chiuso 16 punti e 5 rimbalzi, negativo solo ai liberi (2/6).

L’inseguimento. Il Banco non è stato in grado di produrre un vero break ma, onestamente, nemmeno ha incassato grandi parziali e mai si è trovato indietro in doppia cifra. Ha fatto tremare perché è partito troppo soft e, giocando male in attacco, dava l’impressione di non riuscire a rientrare e questa idea l’ha mandata avanti per mezzora. Il caso Dyson esiste, nel senso che si tratta di un giocatore in evidente difficoltà, ma l’atteggiamento di alcuni compagni e il modo in cui Meo Sacchetti l’ha gestito danno l’idea di un giocatore considerato una risorsa da recuperare. La Dinamo ha avuto un primo vantaggio (3-2) con la prima palla giocata in attacco, poi per rimettere il naso avanti ha dovuto attendere l’ultimo minuto del secondo quarto. Avellino ancora avanti nel terzo (58-63) e biancoblù che smettono di cercare i ricami nell’ultimo quarto. Dentro Jack Devecchi e Miro Todic, in panchina Brooks e ancora Dyson, Sanders numero 4 in un quintetto finalmente aggressivo e roccioso in difesa. David Logan con un assist cieco da metà campo (palla recuperata e immediatamente lanciata al buio verso Sosa che era rimasto indietro) ha firmato l’azione chiave sul -5 (58-63) accendendo il pubblico. Sorpasso di Todic su palla schiacciata di Sosa, primo break (12-2 e 70-65) interrotto da un erroraccio in sovrannumero sotto canestro. Gli errori dalla lunetta hanno consentito ad Avellino di ricucire le distanze e a un minuto e mezzo dalla sirena era tutto da rifare (71-71). Una tripla di Sanders, l’unica dei biancoblù nell’ultimo quarto, ha riacceso il motore biancoblù, poi un canestro di Sosa e due liberi preziosissimi di Dyson hanno tenuto a distanza gli avversari.

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