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In gara con gli «altri» Paolo Deroma vince la sua sfida speciale

di Gianni Bazzoni
In gara con gli «altri» Paolo Deroma vince la sua sfida speciale

Il giovane atleta portotorrese del progetto Filippide ha corso la maratona di Livorno insieme ai normodotati

13 novembre 2014
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PORTO TORRES. Quando si sono presentati per ritirare il «pacco gara» - con numeri e credenziali - gli organizzatori non se l’aspettavano. Non pensavano di dovere inserire una sfida nella sfida. Un ragazzo autistico che chiede di correre con i normodotati, uguale agli altri e essere messo nella condizione di cercare l’impresa. Cioè realizzare il tempo di un’ora e 45 minuti nella mezza maratona. Alla fine, dopo un primo momento di incertezza, Paolo Deroma, 29 anni, atleta del Progetto Filippide di Porto Torres, è stato iscritto alla mezza maratona di Livorno con il numero 1555 e il suo fedele istruttore e accompagnatore Massimiliano Carta con il 1554. Una sola clausola: un medico dell’organizzazione, anche lui esperto di maratona, li ha affiancati per un tratto del percorso, poi tutto come sempre. Corsa libera, sofferenza e sorrisi, difficoltà e sogni che passano davanti agli occhi. E Paolo ce l’ha fatta anche stavolta: un’ora e 45 minuti, praticamente 5’ a chilometro, come emerso durante gli allenamenti. L’atleta del Filippide si è piazzato 321° assoluto su 1800 partecipanti e a colpire è la posizione numero 88 che riguarda la sua categoria (per fascia di età). Paolo Deroma ha stabilito domenica a Livorno il suo nuovo personale nella mezza maratona (era di un’ora e 50) e a fine gara è stato chiamato sul palco, premiato anche in rappresentanza della Fisdir (la Federazione italiana sport disabilità intellettiva). Il suo abbraccio con Massimiliano Carta, un ragazzo che da anni compie sacrifici enormi - insieme ai volontari del Progetto Filippide - per dare forza e speranza alla corsa di Paolo ha commosso i partecipanti alla maratona di Livorno.

E quella corsa è una speranza per tanti ragazzi come Paolo Deroma, specie per quelli che ancora trovano difficoltà per un inserimento, nello sport come nelle attività sociali e culturali.

«Paolo è la locomotiva – ha commentato Massimiliano Carta – e va sempre più veloce. Ormai faccio fatica a stargli dietro, per me è sempre più difficile ma resisto. Quando ha cominciato, qualche anno fa, faceva 50 metri e si fermava sconsolato. Oggi è un atleta vero, capace di correre con chiunque, di compiere imprese straordinarie come nel deserto per l’Hal Marathon di Sharm El Sheikh (nel 2011)». Nessuno potrà mai dimenticare l’immagine di quando srotolò la bandiera della Sardegna all’arrivo, orgoglioso, fiero di un’impresa che ancora oggi ha un valore straordinario.

Ieri Paolo e Massimiliano erano già per strada a correre, tra la pista dello stadio, Balai e Platamona: a fine mese a Roma li attende la “Running for autism”.

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