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Eurolega, la Dinamo Banco di Sardegna cerca l’impresa con l’Efes

di Roberto Sanna
Eurolega, la Dinamo Banco di Sardegna cerca l’impresa con l’Efes

L’ambiziosa squadra turca “bagna” la prima volta sassarese dei biancoblù di Meo Sacchetti nel torneo più prestigioso

24 ottobre 2014
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SASSARI. Devotion, atto secondo. E stavolta arriva l’Europa che conta. Dopo il ballo delle debuttanti in Russia contro il Novgorod, ecco al PalaSerradimigni una squadra che frequenta da sempre l’Euroleague e vuole finalmente salire l’ultimo gradino. E per farlo l’Anadolu Efes Pilsen si è rivolta a uno dei più grandi coach europei, Dusan Ivkovic: 19 titoli nella sua bacheca di casa, tra i quali una Coppa dei Campioni, un’Eurolega e un titolo mondiale con la Serbia. L’Efes è un po’ la Juventus del basket turco, ha vinto 13 scudetti, 9 coppe di Turchia, 9 coppe del Presidente, ma in Europa ha raccolto proprio poco: una Coppa Korac nel 1996, più la partecipazione alla Final Four di Euroleague nel 2000. Il tutto investendo risorse ingenti (all’Efes sono passati giocatori come Naumoski e Turkoglu. L’anno scorso l’Efes è stata un disastro, è arrivata alle Top 16 chiudendo però con un bilancio di 2-12. Da qui la rivoluzione e l’arruolamento del leggendario “Dusko”. E quest’anno ci risiamo: in prima fila ci sono Real Madrid e Cska Mosca, l’Efes è inserita nella seconda. Parliamo di vittoria finale, giusto per capire chi arriva oggi a Sassari.

Entusiasmo. Alla fine il Banco può continuare a viaggiare sulle ali dell’entusiasmo. Anche davanti a difetti tecnici piuttosto palesi e non inaspettati (se non proprio annunciato), la voglia di andare avanti ha portato la Dinamo a un avvio comunque di tutto rilievo: Supercoppa, due su due in campionato, sconfitta per un canestro in Euroleague. E il successo di lunedì a Pistoia fa arrivare i biancoblù carichi, perché il PalaCarrara è un campo che livella i valori tecnici e fa uscire le altre qualità di un gruppo.

Corazza. Nella prima giornata l’Efes ha battuto il Kazan di White e Langford e chi ha visto la partita racconta soprattutto di una difesa durissima. Già in Russia si è visto che i contatti consentiti sono ben oltre i limiti del campionato e che bisogna giocare e stare zitti, prendere le botte, alzarsi e continuare. Difficile anche non pensare che, a certi livelli, il blasone e l’esperienza non abbiano comunque un peso a livello di arbitraggio. Di sicuro è anche una di quelle occasioni dove una sqiadra può dare tutto senza problemi e non ha bisogno di grandi lavori di psicologia per essere motivata.

I dubbi di Meo. Sanders e Devecchi. Il primo non ha giocato a Pistoia per smaltire i postumi di una botta rimediata a Novgorod, il secondo si è infortunato proprio a Pistoia. Dato che sono i due titolari dello spot numero 3, non è un problema di poco conto. Soprattutto perché con loro in campo il Banco può difendere in un certo modo e Meo Sacchetti come alternativa ha quella di sollevare il quintetto con Brian oppure spremere i tre piccoli (Logan, Sosa e dyson) e metterli in campo assieme. L’altro riguarda il pivot. Cusin in campionato non ha praticamente messo piede in campo, in Euroleague i suoi centimetri si sono subito dimostrati una risorsa molto preziosa e contro il fisico e l’esperienza di Krstic (2,12, 31 anni) torneranno molto utili.

La partita. Può essere l’occasione per la prima svolta dell’anno. Nel senso che battere una squadra così aumenterebbe l’autostima. Dario Saric è la stella emergente, seguito da molti scout Nba, poi ci sono americani navigati come Draper e Jenning, vecchi lupi dell’Europa come Perperoglou. Ancora una volta, la Dinamo giocherà contro una squadra che vuole toglierle il ritmo e chiuderle la transizione. E per questo vuole ricominciare dal primo quarto, devastante, di Novgorod.

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