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Peppone Salaris e l’Usinese, il figliol prodigo fa già sognare

SASSARI. Sbancando Tempio, l'Usinese ha svelato il suo valore in un campionato di Promozione guidato sempre dalla Dorgalese, che naviga a punteggio pieno. A due punti di distanza, la squadra...

14 ottobre 2014
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SASSARI. Sbancando Tempio, l'Usinese ha svelato il suo valore in un campionato di Promozione guidato sempre dalla Dorgalese, che naviga a punteggio pieno. A due punti di distanza, la squadra rossoblù conferma le ambizioni e guarda lontano.

«E' un torneo ostico e prevedo una competizione al vertice allargata. Non vedo chi possa scappar via, solo alla fine del girone d'andata si avranno le idee più chiare, quando inizieranno a emergere i veri valori e non sarà più tempo di sorprese». Lo dice Giuseppe (ma per tutti Peppone) Salaris, nuovo tecnico dell'Usinese che dopo tanti anni da giocatore professionista e diverse stagioni in panchina come vice di Cuccureddu, si cimenta per la prima volta come mister "titolare", a parte la breve parentesi algherese dell'anno scorso.

«Sono di Usini e in rossoblù ho giocato a 15 anni, per poi girare l'Italia della serie C. Ma non ha prevalso solo il lato sentimentale, mi ha convinto anche il progetto ambizioso di disputare un campionato di vertice e provare ad acciuffare una promozione sfuggita sempre per poco negli ultimi anni. I mezzi ci sono, il gruppo è di qualità e i primi risultati sono in linea con le attese, ma per vincere un campionato ci vogliono tante cose, buona sorte compresa. Sarebbe una grande soddisfazione per il paese, per il presidente Gianni Cappiali e per quello onorario, il mitico Tonino Derosas».

A Salaris l'esperienza non manca, ha avuto buoni maestri e sa riconoscere anche le speranze (a Pescara aveva subito notato il talento dell'allora quindicenne Verratti), con lui l'Usinese gioca una carta importante. «Sto cercando di trasmettere la mia idea di calcio, non conosco questo campionato ma di pallone un po' ne capisco e so che non bastano tecnica, tattica e nomi, se non si mette in campo anche il cuore non si fa molta strada. E questo vale ancora di più nei Dilettanti. Non ci saranno gare tranquille, contro di noi tutti daranno sempre qualcosa di più e dovremo avere personalità e la giusta mentalità, senza snaturare le nostre caratteristiche. Non ci sono partite facili o difficili, solo partite da giocare. Possibilmente al meglio».

E fin qui la sua squadra lo ha fatto, pur con 3 trasferte su 4, senza mai subire gol: nessuno può vantare altrettanto nei due gironi di Promozione. «Nom vorrei dar troppo peso al fattore campo - dice Salaris - perchè una squadra matura per il primato non può farsi condizionare dal terreno di gioco, e poi darei risalto alla solidità difensiva. A Tempio abbiamo dato una bella prova di determinazione, giocando a viso aperto, ma non culliamoci su questo 3-0 e andiamo avanti. Ci aspetta la sfida col Sorso e il risultato può sembrare scontato, viste le difficoltà dei romangini. E invece ci vorrà grande attenzione - conclude - per non incappare nelle insidie che una garà così nasconde».

Sandra Usai

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