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Sassari sogna, la Dinamo 2.0 sa già vincere

di Andrea Sini
Sassari sogna, la Dinamo 2.0 sa già vincere

Il successo nella Supercoppa contro Milano. svela il valore del rinnovato gruppo biancoblù

07 ottobre 2014
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SASSARI. Il vessillo della Coppa Italia ha trovato compagnia. La coccarda tricolore issata a febbraio sul soffitto del palazzetto (e stranamente sparita nelle ultime settimane) verrà presto affiancata da un’altra banderuola simile, con un simbolo diverso. La Dinamo ha vinto la Supercoppa italiana, il secondo trofeo della sua storia ultracinquantennale.

Otto mesi dopo il fantastico weekend del Mediolanum Forum, la squadra sassarese si trova già ad alzare al cielo un’altra coppa. Un po’ meno pesante, forse, dal punto di vista del prestigio. Ma si tratta comunque un trofeo di grande importanza, conquistato per di più davanti ai propri tifosi battendo prima l’Acea Roma e poi i campioni d’Italia dell’Armani Milano. Non poteva esserci modo migliore per inaugurare la versione 2.0 del progetto biancoblù. Che dopo avere voltato pagina e salutato diversi pezzi viventi della propria storia (su tutti i cugini Diener), è riuscita immediatamente a ritrovare un gioco, una fisionomia di squadra, un’identità.

Ci sarà pure la famosa chimica di squadra da migliorare, ma intanto la squadra di Meo Sacchetti sa già come si vince, e sa già come si batte la squadra più forte del campionato. La Sassari sportiva e tutta l’isola possono gioire per un successo costruito nei mesi estivi, con la determinazione di chi sa cosa vuole e con i mezzi di chi negli ultimi anni ha lavorato per dare piedi a un progetto che sta diventando sempre più ambizioso. Alziamo l’asticella, ama dire il presidente Stefano Sardara, che ora si trova nella condizione di gestire una macchina nuova fiammante eppure già veloce. Il pilota è sempre lo stesso, quel Meo Sacchetti arrivato dalla A2, che ha saputo smussare alcuni angoli del suo credo cestistico ma che non ha mai rinunciato al piacere di far divertire il pubblico. E le sue parole a caldo di domenica sera lo confermano. «Al di là della nostra vittoria, credo che chi ha visto la partita si sia divertito parecchio». Impossibile dargli torto, come è impossibile in questa fase tenere a freno l’entusiasmo del popolo biancoblù. Non c’è più Drake “l’emvipì”, e non c’è più neppure il ballerino biondo di Fond du Lac, che pure ha battezzato anche questo successo, assistendo alla semifinale. C’è però la vecchia guardia italiana e c’è un nuovo gruppo di giocatori che ha già mostrato di essere diventato una squadra. Per riprendere a sognare e per entrare nel cuore dei tifosi, non c’è che dire, è un discreto inizio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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