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In tablet e smartphone le 19 parole chiave Ombre pure sul tennis

CREMONA. Quando la procura della Repubblica di Cremona avrà chiuso l'inchiesta sul calcioscommesse dovrà aprirne un'altra sulle presunte combinè nel tennis. Dall'incidente probatorio disposto dal Gip...

05 ottobre 2014
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CREMONA. Quando la procura della Repubblica di Cremona avrà chiuso l'inchiesta sul calcioscommesse dovrà aprirne un'altra sulle presunte combinè nel tennis. Dall'incidente probatorio disposto dal Gip del tribunale di Cremona, Guido Salvini, che si è svolto ieri, risulta infatti che anche campioni della racchetta ancora in attività o del recente passato abbiano preso soldi dall'organizzazione degli scommettitori per truccare i risultati delle partite. Lo hanno accertato i periti informatici incaricati di analizzare i 200, tra computer, smartphone e tablet, del centinaio di indagati nell'ambito della maxi inchiesta sul calcioscommesse condotta dal procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto di Martino, in collaborazione con la squadra mobile di Cremona: nei colloqui trascritti dai periti si parla anche di soldi necessari per corrompere i tennisti.

L'indagine, aperta nel 2011, sembra coinvolgere calciatori, ex calciatori e personaggi che ruotano attorno al mondo del pallone, accusati di associazione a delinquere transnazionale ( la cupola dell'organizzazione è a Singapore con a capo un certo Tan Set, detto Dan). Intanto la procura di Cremona è al lavoro su questa nuova massa di informazioni raccolte dai periti. Si parla di partite combinate nuove e vecchie, addirittura del 2007-2008. Il Sassuolo e il Siena sono le squadre sulle quali si concentra maggiormente l'attenzione degli inquirenti. Dagli accertamenti è finora emerso che negli apparecchi telefonici di 27 indagati sono state trovate le parole chiave che il procuratore aveva chiesto di cercare. In tutto sono 19: abbraccio, assegni, Beppe, bolognesi, cambiale, Cervia, Civ, garanzia, gol-gol, handicap, Makelele (il soprannome di Antonio Bellavista, l'ex capitano del Bari), over, ovetto, pareggio, under, uovo grande, uovo piccolo, vittoria, zingari-zingaro. In molte conversazioni si parla di persone che non sono state ancora sottoposte a inchiesta o cui non erano stati sequestrati gli apparecchi informatici. Stefano Mauri, capitano della Lazio, non ha fornito il pin e senza il codice identificativo i periti, per ora, non hanno potuto esaminare il suo cellulare, così come Ivan Tisci, ex Pescara, e Mauro Bressan, ex Fiorentina, considerato il braccio destro di Almir Gegic, uno dei capi degli zingari e ritenuto uno dei personaggi chiave dell'inchiesta. I due hanno spiegato di non ricordare il pin delle loro sim. Le perizie sugli apparecchi di Massimo Erodiani, allibratore di Pescara, e di Manlio Bruni, ex commercialista di Beppe Signori, hanno fatto emergere moltissimi scambi di informazioni su partite vecchie e nuove. Gli accertamenti sul pc di Bruni hanno svelato un enorme giro di denaro. La copia forense relativa alle analisi sull'apparecchio sequestrato ad Antonio Conte, attuale ct della Nazionale, indagato quand'era tecnico del Siena, è invece risultata illeggibile.

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