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«Con più muscoli e più centimetri siamo da finale»

di Mario Carta
«Con più muscoli e più centimetri siamo da finale»

Basket, il nuovo Banco secondo Matteo Boccolini. Tempi ristretti: «In forma già per la SuperCoppa» - SPECIALE TUTTO DINAMO

30 agosto 2014
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SASSARI. Il blocco di creta ogni anno è nuovo, va capito, plasmato, modellato. Messo in forma e reso resistente. La nuova Dinamo vortica sul tornio del Geovillage di Olbia sotto le attente mani di Matteo Boccolini, preparatore atletico e uomo chiave non solo in questa fase ma durante tutta la stagione. Una stagione che anno dopo anno è sempre più impegnativa.

Come li ha trovati?

«Il gruppo mi piace molto, è molto più atletico rispetto all’anno scorso e posso sbizzarrirmi un po' di più con dei lavori particolari. Professionalmente è una situazione più interessante. Non che l’anno scorso non sia stato gratificante, le linee guida restano le stesse ma stavolta l’approccio deve necessariamente cambiare: questa Dinamo è più giovane e più atletica e anche gli obiettivi sono diversi».

Vincere. Con la testa e con le gambe. Cosa cambia rispetto alla scorsa stagione?

«Lo scorso anno il primo step era la Coppa Italia, quest'anno già ai primi di ottobre ci sono Supercoppa e Eurolega...»

Sensazioni?

«Ripeto, è un bel gruppo. Si fatica con il sorriso e questo aiuta il lavoro. Sono tutti ragazzi collaborativi e sereni. In questa prima fase si parla molto, ci si conosce, ci si annusa. La comunicazione e il confronto sono i mezzi migliori per raggiungere gli obiettivi comuni, e alla Dinamo non manca mai il rispetto reciproco per il lavoro altrui».

Più muscoli, più centimetri e più gioventù. Come si gestisce il tutto?

«Meo avrà di che divertirsi con il corri e tira... Comunque, questa prima settimana è basata su sabbia e acqua, prevenzione, cura posturale e riattivazione, piuttosto che costruzione o ricerca della performance. Poi una volta sistemato il motore metteremo a punto i vari ingranaggi».

Anche il lavoro con la palla tiene conto dell’aspetto fisico-atletico.

«In totale accordo con Meo adesso è incentrato sul mettere fiato, meno sulla difesa e molto sul lavoro di conoscenza del gioco e dei giocatori. Ma con Meo è facile, da quattro stagioni lavoriamo in piena sintonia e ogni anno cerchiamo di metterci qualcosa in più. Ora si è alzato il livello e noi cerchiamo sempre di migliorare. Meo ha fatto lo... sforzo di sfruttare 12 giocatori, e vanno trovate le soluzioni perché in allenamento tutti e 12 vivano una fase attiva».

I test cosa hanno detto?

«Sono tutti soddisfacenti. Nessuno si è presentato in ritardo di condizione, sono tutti in forma».

Quest'anno si giocherà di lunedì, di giovedì...

«Dovremo crescere, ma l’arma vincente della Dinamo è la qualità del lavoro di équipe e del rapporto interno fra staff e giocatori. Con la serenità, con gli obiettivi condivisi e la voglia di divertirsi anche se si è stanchi, con la voglia di aiutare il compagno e di mettersi a disposizione si cresce, altrimenti è dura. Ma nella scelta delle persone Meo, Stefano e Federico sono bravi: prima la persona, poi il giocatore».

Il gruppo prende forma.

«I nuovi si sono già integrati, sulle tribune la squadra non si divide fra americani e altri, sono già molto uniti. Anche Todic è più solare di quanto potrebbe sembrare, considerate alcune sue espressioni».

C’è qualcuno in particolare che l’ha sorpresa?

«Mi piace molto tutto il gruppo, ciascuno nel suo ruolo ha caratteristiche fisiche importanti ma su tutti mi ha colpito Brooks, perché può crescere ancora tanto sotto vari parametri. Con lui sarà un lavoro particolarmente stimolante. Poi, naturalmente, ho un debole per i nostri italiani e stravedo per Jack Devecchi ma sono tutti grandi atleti, da Logan a Sanders. E sin dai primi allenamenti c’è stata una grande intensità».

E’ a Sassari da 4 anni. Dal punto di vista della sua professione, cosa consiglierebbe alla città perché ritrovi un po’ di «tono» e di entusiasmo?

«La Dinamo può essere un buon esempio per tutta la regione, una società piccola che in un momento di difficoltà è cresciuta grazie al fatto che ognuno ha fatto qualcosa in più, e con entusiasmo. La Sardegna o ti fa prigioniera o ti libera e io sono libero oltre che innamorato: l’isola deve ritrovare la fiducia e trovare la forza di ripartire, ha tante potenzialità inespresse. Senza piangersi addosso, deve andare avanti».

Andrà avanti anche la Dinamo. Fin dove?

«Tutti dicono in finale e io me lo auguro. Poi, arriveremo sin dove crediamo di arrivare».

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