La Nuova Sardegna

SASSARI. Il lungo addio è una parabola sempre identica che finisce tutte le volte per prendere a testate il ferro. È la migliore prestazione difensiva della carriera che si perde nel peggiore incubo che un tiratore possa immaginare. È una lacrima nascosta a fatica, abbassando il capo, quando c’è da spiegare a caldo cosa diavolo è successo in questa partita.

«It’s frustrating», ripete più volte Travis Diener. «È frustrante perdere così». E lo ripete anche davanti alla porta degli spogliatoi, quando solo l’abbraccio della piccola Karina, vestita con una mini-divisa della Dinamo, riesce a strappargli un sorriso. «È frustrante», ripete in loop l’ex giocatore degli Indiana Pacers. Interessato in queste settimane da voci sempre più insistenti su una possibile scelta di vita. Potrebbe decidere di smettere, ha confermato nei giorni scorsi Stefano Sardara. E quella di ieri potrebbe essere stata la sua ultima partita al palazzetto, ha realizzato ieri, con uno sguardo di delusione misto a panico, qualche tifoso.

L’incubo di Travis Diener è durato di certo ben oltre i 40’ di gioco, perché il film di gara 4 fa spavento e gara 5 emetterà una sentenza senza appello. «Abbiamo difeso molto bene, ma quando non segni mai diventa tutto troppo difficile – ha detto a caldo il play italoamericano –. La stanchezza? Non so, bisognerebbe chiedere a ciascun giocatore, ma non è davvero il caso di trovare scuse. Siamo stati anche nervosi, certo, ma questo è normale quando il ferro ti rimanda sempre indietro la palla. È frustrante».

Domani è già gara 5, e stavolta non si può più sbagliare. «Abbiamo tanto orgoglio – ribadisce Travis –, siamo una squadra di giocatori esperti e daremo il cento per cento per cercare di vincere la prossima partita». Il lungo addio passa per Milano. E chissà che non sia solo un arrivederci. (a.si.)