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La Dinamo spegne l’Enel soltanto nell’ultimo minuto

di Roberto Sanna
La Dinamo spegne l’Enel soltanto nell’ultimo minuto

Gara 1 più complicata del previsto per i sassaresi costretti a inseguire Brindisi per 39’ Nel finale vengono fuori l’orgoglio, l’esperienza e la voglia di cominciare bene la serie

20 maggio 2014
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SASSARI. Subito un infarto, tanto per inaugurare una serie di playoff che si preannuncia al superlativo, durissima e lunghissima. Vince il Banco e ancora non si capisce come sia venuto fuori da una situazione che sembrava irreversibile: sotto di 15 (42-57) , con la palla che non entrava mai (6/30 da tre punti), con Brindisi che non sbagliava mai. E poi, quando il lungo inseguimento sembrava concluso, quando Drake Diener e Caleb Green erano riemersi dagli inferi per mettere dentro le triple dei due sorpassi finali (72-69, 75-72), Travis sbaglia il match-ball e lo mette sulla racchetta avversaria. A un secondo mezzo dalla fine James ha tre tiri liberi per un fallo di Caleb Green che aveva reso vana la strenua difesa di Jack Devecchi su Dyson, ma quando va in lunetta la palla pesa troppo. Sbaglia il primo, sbaglia il secondo, deve sbagliare anche il terzo per acciuffare l’overtime, a rimbalzo c’è una zuffa selvaggia e il tempo finisce. Vince il Banco, uno a zero, nei playoff conta solo questo, Brindisi va a letto con una scimmia sulla spalla.

Sofferenza. Non ha mai giocato bene per due azioni di fila la Dinamo e questo peccato originale se l’è trascinato per tutti i 40’. I biancoblù da tre hanno sbagliato l’impossibile, anche quei tiri che di solito mettono senza guardare: 1/6 Drake, 1/7 Caleb, 0/5 Travis, alla fine il migliore è stato Jack Devecchi con 2/3. Hanno perso tutti i e tre i primi periodi di gioco, hanno sofferto a rimbalzo per due quarti pareggiando il conto solo alla fine, hanno perso 16 palloni recuperandone appena 10. La partita è stata una lunghissima sofferenza, con tre soli vantaggi: il 2-0 iniziale e i due sorpassi finali. Alla fine la Dinamo ha vinto con un ultimo quarto di grandissima energia in un palazzetto finalmente decisivo. Parziale di 25-13 e i canestri giusti al momento giusto, mentre l’Enel getta via la partita dalla lunetta con quattro errori nell’ultimo minuto. Proprio quando Drake e Caleb, che fino a quel momento non avevano mai fatto canestro dalla distanza, segnano le loro uniche triple. Perché il bello del basket è che ci sono tante cifre ma non è una questione di matematica.

Inseguimento. Dal 2-0 al 6-10 e 13-17, il Banco comincia subito a fare fatica in attacco e non reagisce in difesa. Meo Sacchetti rimescola subito il quintetto, prova Marques Green ed Eze, fa rifiatare Drake, poi ci ripensa e sceglie assetti sempre più bassi. Niente, il tiro da tre non entra (1/10 per cominciare) e dal 22-22 l’Enel accelera mentre il Banco si inchioda incassando un parziale di 7-12. Caleb Green è inguardabile, Gordon un comprimario, Travis non è al top, Marques difende ma si intorcina in attacco. E Drake, l’Mvp, non la mette mai: due punti all’intervallo, quattro alla fine del terzo quarto. Dopo il -8 dell’intervallo (32-40) Brindisi comanda e spadroneggia (dal 38-43 al 42-57) con Travis in panchina con tre falli. Bisogna inventarsi qualcosa oppure fare delle scelte, Meo va ancora col quintetto piccolo e chiede a Devecchi e Thomas il sacrificio in difesa.

La scintilla. Arriva alla fine del terzo quarto. Quando Brindisi sembra perdere il ritmo e in 2’ il Banco rientra sul 50-60 sciupando anche due possessi nell’ultimo minuto. Qualcosa però è cambiato, una partita che sembrava chiusa si riapre, Brian trova la tripla e un tecnico alla panchina ospite viene capitalizzato al meglio: 57-60. Brindisi sembra nel pallone ma riparte con una tripla di James, lasciato libero da una pessima rotazione difensiva, il Banco ritorna a -8 (57-65) e sembra aver perso nuovamente l’inerzia, invece risale (63-65). Ormai è un corpo a corpo, l’Enel dà la palla in mano a Dyson che inventa magie da urlo, eppure quando la partita si decide la Dinamo c’è. Pareggia con Caleb dalla lunetta (69-69), sorpassa due volte. Poi la roulette di James, che probabilmente avrebbe voluto essere dappertutto ma non là, in quella lunetta, con i tifosi che si inventano di tutto e Meo che chiama time-out solo per innervosirlo. Ci si rivede domani, siamo solo sull’uno a zero e appena al primo infarto.

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